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FIRENZE – Come Firenze democratica quello che abbiamo fatto è una campagna sui temi, per suscitare un dibattito pubblico sul futuro della città”, offrire un “progetto aperto a nuove proposte e nuove idee” per “dare una visione di città che non vuole essere una città solo per turisti, che che vuole rimettere i cittadini al centro del villaggio, e che punta alla Grande Firenze e ad essere una città pubblica, dove il pubblico da le risposte sui temi sociali e ambientali”. Così Cecilia Del re, ex assessora della giunta Nardella e ora candidata sindaca per Firenze democratica, stamani ospite degli studi di Novaradio, presenta i capisaldi alla base della sua proposta per la città, parlando al tempo stesso a 360 gradi della rottura con il Pd, della scelta di correre in solitaria, e delle possibili strategie al secondo turno.
Durissimo il giudizio verso l’amministrazione comunale uscente – da cui è stata “defenestrata” nel marzo 2023 per i contrasti con il sindaco Nardella – e verso il PD fiorentino per il rifiuto i svolgere delle primarie per la scelta del candidato sindaco: Del Re, citando Michela Murgia, non esita a parlare di “democratura, quando all’interno delle democrazie si instaurano dei regimi autoritari”. “Noi abbiamo visto di tutto nel Pd fiorentino: non dico una dittatura mascherata – precisa – ma è quando manca la trasparenza, manca il dialogo, e tu hai la percezione che si amministri il potere per il potere, e che si vada avanti perché comunque tanto ci siamo sempre e solo noi, quindi si può fare qualunque cosa. Si può continuare a vendere immobili pubblici perché tanto alla fine non te ne chiederà conto nessuno. Si può continuare a nominare sovrintendenti che alla fine del Maggio non si prendono cura: Chiarot stava facendo un ottimo lavoro e per altre logiche, romane, fu messo Pereira dal sindaco uscente. Sulla variante (al Piano operativo comunale, ndr) anti-affitti turistici, è stata usta come spot elettorale per avere un po’ di visibilità anche in vista delle Europee però ha comportato un peggioramento rispetto a quando è stata annunciata, per poi esser poi – colpo di scena – essere eliminata il giorno prima dell’approvazione del Piano operativo. Quello che noi chiediamo è un cambio di rotta: nella politica delle nostra città: se vogliamo continuare con la Firenze Disneyland dell’isola galleggiante in Arno, del trenino alle Cascine, della mancanza di visione sui temi ambientali con gli aranceti in via Cavour invece del Piano del Verde, è difficile ravvisare una discontinuità rispetto al passato che è quello che invochiamo”.
Impossibile dunque un dialogo con il Pd? “Noi siamo sempre stati una forza di dialogo, poi però bisogna trovarsi sui temi, sui progetti sulla discontinuità”. E riguardo all polemiche generate dal suo “non mi esprimo” su n possibile apparentamento in caso di ballottaggio Funaro-Schmidt, Del Re chiarisce: “Non vuole dire che rossi e neri son uguali, ma che no è ora il momento di fare previsioni, ma è quello di sconfessare l’appello al voto utile che viene fatto, perché al primo turno si vota non solo il sindaco ma anche il Consiglio Comunale, è importante lì avere voci libere”. E sul dialogo con Schmidt, dopo le dichiarazioni del candidato di FD Marco Tognetti, appoggiato pubblicamente da Tomaso Montanari, che dice “siamo nel campo del centrosinistra, la destra non è un’opzione”, Cecilia del re è ancora più chiara: “Quello l’ho detto anche io, la nostra storia ma anche il nostro programma parla da solo. Siamo una forza di centrosinistra. Dire ‘non mi esprimo’ vuol dire: uno, continuare a lavorare seriamente sulle proposte; due, non vuol dire automaticamente fare un accordo con la coalizione del Pd”.
Anche sui temi, Del re rimarca spesso e volentieri le distanze dal PD: sulla tramvia l’idea di una tramvia “circolare” che attraversi la Piana e tocchi l’Osmannori contro i progetti di tramvie “radiali” dinora realizzate; sullo scudo verde il disaccordo rispetto all’idea di “congestion charge” che discrimini tra residenti e non residenti, ma piuttosto una “pollution tax” che blocchi i mezzi più inquinanti senza distinzione, compresi quelli dei fiorentini, prevedendo però forti incentivi al ricambio dei mezzi e previo potenziamento del trasporto pubblico su gomma. Sulla sicurezza, con l’idea di “vigile di rione” che riprende il vigile di quartiere cancellato negli anni passati dalle giunte Nardella. Sul ripopolamento del centro l’dea di un “reddito di residenza”composto di forti incentivi su tasse locali e tariffe per chi decide di tornare a risiedere in Centro.
E ancora, sullo stop alla vendita dei beni pubblici per farne appartamenti di lusso – in primis l’ex ospedale san Giovanni di Dio di borgo Ognissanti ma anche l’ex Teatro Comunale – e una stretta sugli studentati privati, su cui Del re rivendica le norme da lei inserite nel POC 2023 poi modificate nell’approvazione definitiva. Ma perché allora da assessore negli anni scorsi no si è opposta ad alienazioni pubbliche e al proliferare di studentati? “Per lo studentato di viale Lavagnini, Belfiore e ex Teatro Comunale non ero in giunta, sono operazioni fatte da Nardella e dall’assessore Bettarini. Non le ho gestite perché non sono state approvate delibere, sono percorsi che sono andati avanti”. Nessun mea culpa neanche al livello politico? “Quello che non ha funzionato è la norma del 2015. Allora non esistevano studentati provati e non ci si era resi conto che quello era un settore su cui potevano arrivare grossi investimenti senza ricadute sociali. E la norma sul ricettivo libero per 90 giorni era stata chiesta dagli studentati pubblici: non fu pensato che con l’arrivo degli studentati privati, sarebbe stata un cavallo di troia per farli divenare alberghi perché non si poteva controllare. Nel Nel 2023 provai a cambiare le norme, per inserire un 20% di posti letto da riservare a studenti italiani a canone calmierato, e limitare ai 2 mesi estivi l’attività turistica. Nel POC approvato, però, i giorni sono stati rispalmati su tutto l’anno.