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FIRENZE – “E’ una campagna elettorale molto aperta, noi presentiamo la nostra proposta a chi è scontento dell’amministrazione attuale ma non è convinto di votare a destra”, quindi “di cambiare squadra senza cambiare campo”. Così Stefania Saccardi, Italia Viva, vicepresidente della Regione Toscana e candidata sindaco a Firenze con la lista “Al centro con Saccardi” sostenuta, oltre che da IV, da Socialisti e LibDem, ospite stamani negli studi Novaradio, presenta la sua corsa per Palazzo Vecchio. All’origine della scelta, sia la chiusura del PD ala proposta di primarie di coalizione, che elementi di metodo, alleanze e candidati: “Il pacchetto presentato dal Pd era chiuso, c’è stato detto ‘se volete sedervi al tavolo ma il menu, i commensali e il prezzo è fissato: non abbiamo avuto scelta”. Riguardo ai temi sostanziali, Saccardi ricorda inoltre le divergenze: “abbiamo votato contro i soldi allo stadio Padovani, contro le delibera anti-airbnb, non abbiamo votato il POC”.
Sul restyling del Franchi in particolare, Saccardi critica le scelte di Nardella – “Gestita malissimo, lo stadio si fa con i soldi privati della Fiorentina, è stata scelta una altra strada e ora mancano 100 milioni per completare il progetto” – invocando il ritorno del coinvolgimento della Fiorentina e la riapertura del diaologo con la società viola: “Ci son ancor ai tempi per fermare tutto e mettersi al tavolo con la Fiorentina e ragionare sulle soluzioni che possiamo condividere con Commisso”.
Riguardo alla strategia dopo il primo turno, Saccardi replica alla polemiche scatenate dalle dichiarazioni in cui ha detto di “non escludere il dialogo” sia con il centrosinistra che con il centrodestra: “Le mie parole sono state mal riportate. Ho detto che si deciderà dopo il 10 giugno (giorno dello spoglio dei voti, ndr), non sappiamo quali saranno del differenze e gli atteggiamenti delle forze in campo” afferma: “Di questo ne parliamo il 10 giugno, sappiamo bene quali son le forze che stanno dietro Schmidt. E’ chiaro che io nasco nel centrosinistra, sono in delle giunte del Pd, è evidente qual è il nostro interlocutore principale”. Eppure non scioglie il nodo sulla politica delle “mani libere”, né quello della presenza, tra i candidati delle liste pro-Schmidt di x militanti non pentiti di Casapound e di condannati per razzismo: “E’ uno degli elementi su cui bisognerà riflettere ovviamente”- chiosa – siamo pronti a mettersi a discutere ma non è che io possa dare una indicazione e tutti la seguano, la gente voterà come crede più opportuno”. Un riferimento all’ipotesi di dare “libertà di coscienza” al ballottaggio agli elettori di IV?
Infine, alla domanda se sia disposta, in caso non venisse eletta sindaca, a dimettersi da vicepresidente regionale e sedere nei banchi del Consiglio Comunale, la riposta è negativa: “Io mi sono candidata per fare il sindaco non il consigliere comunale” scandisce: “Sto ancora facendo l’assessore all’agricoltura, e voglio ricordare che sono stata eletta in Consiglio regionale. Continuerò a fare quello per cui sono stata eletta”.