*
FIRENZE – No alla multiutility e per un diverso e più attivo ruolo del Comune, non solo nei servizi pubblici essenziali come acqua, gas e rifiuti, ma anche in quelli sanitari e di welfare, e nei processi di trasformazione urbanistica della città. C’è un filo rosso – ed è quello di un rilancio del protagonismo politico e del ruolo amministrativo del “pubblico – che guida il ragionamento sulle proposte elettorale di Dmitrij Palagi, consigliere comunale uscente di Sinistra Progetto Comune e candidato sindaco a Firenze sostenuto dalle liste SPC e Sinistra Ambientalista e Solidale, ospite stamani negli studi di Novaradio. “Una campagna elettorale, questa, non cattiva – dice Palagi – ma sempre meno nel merito: si discute pochissimo di servizi pubblici essenziali e aumento delle tariffe, molto di stadio ma molto a vuoto, poco di sanitario e socio-assistenziale, o del tema abitativo”.
Spazio quindi ai temi concreti. Sulla multiutility, il no alla mega holding dei servizi, con o senza quotazione in borsa, è netto: “E stata decisa una sospensione, lo spazio per decidere la governance di servizi che sono ancora in mano ad azienda municipalizzate c’è. Il punto è se si vuole che su servizi essenziali per i cittadini che si possa fare profitto“. In ballo c’è anche una questione di trasparenza nella gestione: “Aspettiamo la decisione del Tar sull’accesso agli atti di Alia che abbiamo richiesto, dato che nessuno ci ha spiegato il perché dell’aumento della Tari”.
Altro tema quello dei servizi sanitari: “Non è vero che il Comune non può incidere”, dice Palagi, che lancia la sua proposta in tema di liste d’attesa per visite, esami ed interventi sanitari: un servizio comunale che aiuti chi prenota una visita o un esame e riceva un appuntamento a distanza di mesi, con il compito di prendere in carico le segnalazioni e le giri alla Asl per ottenere una risposta in tempi rapidi.
La spinta del pubblico per Palagi deve portare alla re-internalizzazione dei servizi comunali: non solo la richiesta “storica” di ripubblicizzare il servizio di pl su gomma, ma anche quelli del verde pubblico, dei vivai – con la creazione di centri specializzati per far vivere e “lavorare” il Parco delle Cascine – e della tipografia comunale. Bene dunque la ri-municipalizzazione del servizio mensa scolastica ma no alla creazione di una unico polo della logistica alla Mercafir, ma anzi prevedere un rete di punti cottura e distribuzione in ottica “chilometro zero”.
E ancora: bilancio partecipato e davvero trasparente del Comune, più poteri di decisione e di spesa autonoma dei Consigli di Quartiere. Mentre Palazzo Vecchio da parte sua, insiste Palagi, deve tornare a rivendicare e svolgere un ruolo nei processi di trasformazione urbanistica delle città e degli immobili pubblici in dismissione – a partire dai casi dell’ex Distretto militare di Santo Spirito e di Villa di Rusciano. E un no netto senza se e senza ma all’ipotesi di una base: “Non vogliamo che a Firenze si decida di portare la guerra ad altri popoli”.
Riguardo ai temi politici, Palagi non elude il tema dell’occasione mancata dell’alleanza “larga” proposta da Tomaso Montanari, rivendicando per sé e la coalizione che lo sostiene il carattere “alternativo” al Pd e quindi l’incompatibilità con chi, pur alla fine correndo da solo, voleva l’accordo con i dem (M5s) o fare le primarie (Cecilia Del Re), e che invece ora per Palagi “lanciano un’Opa” sulle realtà che non si presentano alle elezioni. Il riferimento è a Firenze Città Aperta con cui, assicura, “il dialogo prosegue, confidiamo che la nostra proposta venga riconosciuta come la più coerente”. Ai candidati come Funaro (centrodestra) e Schmidt (centrodestra) che fanno appello al voto utile dice: “Il Pd è improbabile che vinca al primo turno”, sottolineando la posizione minoritaria della destra e l’indisponibilità degli elettori delle terze forze a schierarsi con Schmidt. “Si apre uno scenario interessante, il voto utile perde di valore” afferma, e aggiunge: “Le dichiarazioni di IV e Firenze Democratica che ammiccano al centrodestra per alzare la partita in vista della composizione di giunta, a noi permettono di spiegare alle persone che noi siamo fuori da quell’ambito. Ci proponiamo con le nostre idee” e “non rinunceremo alla nostre posizioni per un posto in giunta”. E sul ballottaggio Funaro-Schmidt ribadisce quindi: “Nessun apparentamento, dialogo politico ma non in vista di un alleanza di governo”.