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FIRENZE – Chiedere l’immediato cessate il fuoco e condannare i bombardamenti di scuole, università, ospedali e luoghi di culto in Palestina e l’invasione di Rafah, oltre all’impegno, secondo quanto appreso, per la rettrice Petrucci di portare questa posizione dell’Università di Firenze alla Conferenza dei rettori delle Università italiane (Crui) in programma il 23 maggio a Roma. Il tutto insieme alla garanzia della creazione di un tavolo di lavoro per la nascita di una commissione di valutazione etica sugli accordi stretti dall’Ateneo fiorentino con le università israeliane ed aziende in qualche modo collegate al conflitto in Palestina. Sono gli impegni per l’Ateneo fiorentino contenuti in una mozione approvata, dopo alcune modifiche, oggi all’unanimità dal Senato accademico, presentata da studenti e personale dell’Università di Firenze, insieme a rappresentanti studenteschi di altre università e istituti, come la Normale di Pisa, che ha anche una sede nel capoluogo toscano, o l’Istituto universitario europeo di Fiesole. Ad incitare l’approvazione della mozione un rumoroso presidio sotto la sede del rettorato in piazza San Marco, che ha ‘accompagnato’ la riunione del Senato accademico per tutta la mattina.
“Siamo il grido altissimo e feroce di quei palestinesi che più non hanno voce” o “Free Palestine’, tra i tanti slogan e canti intonati in maniera continua dall”Intifada studentesca’, sventolando le bandiere palestinesi. Poco distante, nel centro della piazza, l’Acampada pro Palestina degli studenti che prosegue dal 15 maggio. “È la vittoria di una mobilitazione che potrebbe essere un esempio per le altre università”, spiega Aida Kapetanovic, studentessa della Normale e tra gli organizzatori della protesta. “La nostra mobilitazione va avanti, vedremo in che forma, se proseguire con le tende o con altre iniziative, affinché la rettrice Petrucci mantenga l’impegno preso di portare questa posizione alla Crui”. “In questo momento – ha aggiunto – è in corso una passeggiata rumorosa nella varie sedi universitarie fiorentine per condividere con tutti gli studenti il risultato raggiunto”.
In relazione allo scenario internazionale e in particolare ai drammatici sviluppi della situazione a Rafah, il Senato accademico dell’Ateneo fiorentino “riconosce la necessità dell’Università di dare seguito ai valori costituzionali e statutari, “rendendosi attivo e concreto agente di pace e lavorando all’interno delle proprie sedi decisionali in tale direzione”. Il documento, spiega una nota, esprime il dolore della comunità universitaria fiorentina “per i numerosi conflitti in atto in diverse parti del mondo e le enormi sofferenze che producono nelle popolazioni civili coinvolte”; inoltre, il Senato accademico, recita la mozione, “si unisce a tutte le voci che chiedono l’immediato cessate il fuoco nei territori palestinesi, l’interruzione di ogni operazione militare in atto e il contemporaneo rilascio degli ostaggi”; infine, “condanna con forza il bombardamento e la distruzione delle Università palestinesi, così come degli ospedali e delle altre strutture a uso civile e religioso, sottolineando i rischi per l’incolumità a cui la comunità accademica palestinese e tutta la popolazione sono quotidianamente esposti”. La mozione, che evoca l’articolo 11 della Costituzione e lo Statuto dell’Ateneo, richiama la mozione del 19 dicembre 2023 e l’accoglimento della “Lettera aperta rispetto alla crisi internazionale” del 22 aprile scorso da parte del Senato accademico.