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FIRENZE – Uno spettacolo dedicato a diversità e inclusione, nato da lungo percorso laboratoriale intitolato Confini ed ispirato alle Metamorfosi di Ovidio. Debutta venerdì 24 maggio alle 19 al Teatro Cantiere Florida di Firenze “Metamorfosi” il progetto a cura dell’Associazione Il Vivaio del Malcantone, con la regia di Cesare Torricelli e la coreografia di Daria Lidonnici, le musiche originali di Zakaria Mejhed.
In scena i danzatori Aldo Nolli, Carmine Catalano, Matilde Di Ciolo e venti studenti e studentesse di I.I.S. Sassetti Peruzzi di Firenze e Liceo Artistico Statale Porta Romana – Sesto Fiorentino, molti dei quali con diverse abilità, insieme all’attore Guillaume Delandre, l’arte terapeuta Michela Cammilli, l’insegnante di sostegno Filomena Mirabella, l’educatrice esperta di inclusione Valentina Lai e Linda Rossi, ex allieva. I costumi e le maschere sono creazioni degli studenti del Liceo Artistico.
Il laboratorio Confini, propedeutico all’esito pubblico, è una iniziativa pedagogica nel campo teatrale e delle arti performative che sfocia in uno spettacolo in cui si esplora il tema della “trasformazione, dell’esserci e del divenire”, offrendo uno sguardo inclusivo sulle molteplici metamorfosi dell’esistenza. Il percorso si avvale di tecniche del teatro sociale per generare un contesto di apprendimento che utilizzi il corpo e le emozioni come “materia prima” di gioco e sperimentazione. L’itinerario è finalizzato a favorire l’inclusione e la socializzazione all’interno del gruppo di partecipanti inteso come una realtà complessa e multidimensionale, offrendo momenti capaci di coniugare la dimensione artistica con quella espressiva e relazionale.
Al centro di questo percorso di doposcuola le diversità e le differenze presenti all’interno del team, nei partenariati e tra i partecipanti si fondono in forme e rappresentazioni del “vivere insieme” che risultano sorprendenti e stimolanti. Il creare e il giocare insieme consentono di affrontare direttamente lo stigma associato al mondo degli autismi, sfruttando appieno il potenziale creativo di ciascun partecipante per dare vita a scene in cui il movimento, i gesti, la voce, lo spettacolo, ma soprattutto il percorso diventano strumenti di espressione e inclusione.