*
FIRENZE – Nuovo presidente e nuovo direttivo per “Arcigay Firenze Altre Sponde”: l’associazione ha tenuto nei giorni scorsi il suo secondo congresso, eleggendo alla guida Daniele Bonaiuti, che succede a Mauro Scopelliti. L’Associazione ha colto l’occasione per fare il punto sui primi tre intensi anni di attività e ha poi presentato una mozione unitaria e un programma, incentrato su la lotta alle discriminazioni, la rivendicazione di diritti, la creazione di spazi più sicuri e accessibili e la forte necessità di offrire servizi di riferimento per la comunità lgbtqia+”, al tempo stesso sottolineando “le difficoltà e le recrudescenze che questo momento storico porta con sé, a livello nazionale e internazionale”
A dimostrarlo, se ce ne fosse bisogno, le recentissime prese di posizioni da parte della premier Giorgia Meloni che, intervenendo al Congresso del partito di ultradestra spagnola “Vox” ha rilanciato il suo no ad ogni “teoria gender”, ribadendo l’intenzione di introdurre il reato di “maternità surrogata”; poche ore prima il governo italiano è stato tra i nove Paesi dei 27 Ue – e unico tra i grandi paesi dell’Europa Occidentale – a non firmare la dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtiq+, preparata dalla presidenza di turno Ue in occasione della Giornata internazionale, con la ministra della famiglia Roccella che ha spiegato come il testo della mozione fosse “sbilanciata sull’identità di genere, quindi fondamentalmente il contenuto della legge Zan”.
“Una situazione imbarazzante” che denota un clima di “schizofrenia politica” dice Daniele Bonaiuti, neopresidente Arcigay Firenze, secondo cui sono prese di posizione che “servono per mobilitare strumentalmente il consenso di parte dell’elettorato sulla pelle delle persone lgbtqia+, senza risolvere i reali problemi”. Tra cui quello della violenza omotransfobica al centro proprio del ddl Zan: “La sua mancata approvazione è ancora un ferita aperta perché non definire i reati d’odio legati all’identità di genere significa non considerare la violenza su di noi. Si parla di disforia di genere quando invece è una fantasia solo per mobilitare le persone“. “I provvedimenti del governo, le notizie a stampa, la propaganda elettorale sono tutti sistemi per aumentare lo stigma e il pregiudizio negativo verso la nostra comunità”. “Ci aspetta un periodo di lotta e resistenza” conclude Bonaiuti: “Siamo nel mese del Pride, torneremo in piazza: ci mobiliteremo non solo a parole ma anche con i nostri corpi, per difendere la nostra dignità”.