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FIRENZE – Netta presa di posizione contro l’intervento militare israeliano a Gaza e la risoluzione di ogni accordo di collaborazione con gli atenei e le imprese israeliane. Mentre dal Medioriente non accenna ad allentarsi la tensione, ed anzi si sono moltiplicati nelle ultime ore i raid israeliani, ma anche si segnalano i primi morti nell’IDF – oggi gli studenti universitari fiorentini e stranieri si sono dati appuntamento stamani davanti alla sede del Rettorato in piazza San Marco, con una manifestazione-presidio convocata per rivolgere le loro richieste alle istituzioni universitarie – atenei fiorentino ma anche, ad esempio, l’Istituto Universitario Europeo o la sede fiorentina della Normale.
Gli studenti hanno allestito un vero e proprio “accampamento” di tende al centro della piazza, ribattezzandola con un striscione “piazza Shireen Abu Akleh” – la giornalista palestinese di Al Jazeera che è tra 20 reporter uccisi dalle forze israeliane dall’inizio del conflitto – e tappezzando il monumento al generale Manfredo Fanti e tutt’intorno con bandiere della Palestina e cartelli: da “Free Palestine” a “Silenzio Complice”.
“Chiediamo una presa di posizione chiara e netta contro il genocidio in atto e contro l’invasione di Rafah che da altri atenei italiani è arrivata. E poi atti concreti, in primis tagliare gli accordi con le aziende belliche, dall’italiana Leonardo a quelle israeliane” spiega a Novaradio Barbara. A chi taccia il movimento di propaganda anti-ebraica la replica è netta: “Accuse strumentali, siamo contro le scelte politiche e militari di un governo”.
Si estende così alche al capoluogo la mobilitazione già avviata due giorni fa degli universitari di Pisa e Siena che hanno dato vita a due “acampadas” di fronte alle sedi universitarie per protestare contro il conflitto in corso.”La mobilitazione ha una portata internazionale, come comunità accademica abbiamo il dover di prendere una posizone forte contro lo ‘scolasticidio’ di Gaza, con la devastazione totale di università e delle scuole da parte dell’esercito israeliani. E’ inammissibile che la ricerca sera par armare il conflitto” spiega Aida, dottoranda alla Scuola Normale a Firenze.
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