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FIRENZE – Si definisce “antifascista e antitotalitario”, anche se non ricorda le parole di “Bella Ciao”; ribadisce il suo profilo di “civico” ma non considera un problema la presenza tra le liste che lo appoggiano di un ex militante non pentito di Casapound. Il candidato sindaco di Firenze sostenuto dai partiti di centrodestra (FdI, FI e Lega), stamani ospite degli studi di Novaradio, ha parlato a tutto tondo della sua scelta di presentarsi per la corsa di Palazzo Vecchio e del suo programma elettorale: dalla tramvia al welfare, dalle multe al “poltronificio” dell’attuale giunta.
Parlando della scelta di “scendere in campo”, Schmidt ha parlato dell’ambizione a “completare” in altre forme il suo impegno per Firenze svolto negli 8 anni di guida agli Uffizi. Ha poi ribadito il suo profilo di “candidato civico” e “democratico”, prendendo le distanze dall’ “esperienza storica” dagli ideali del fascismo, del nazismo e del totalitarismo per il fatto che giustificano la “violenza”. Ha inoltre dichiarato di pensare che l’antifascismo sia “attuale” e “necessario” per chi fa politica. Se sarà eletto sindaco, ha spiegato, sarà in piazza a festeggiare il 25 Aprile e cita anche la canzone simbolo “Bella Ciao”, benché non ricordi le parole dell’incipt.
D’altra parte, Schmidt ha anche detto di rilevare una contraddizione nelle posizioni di Fratelli d’Italia, partito che a partire dalla premier Meloni non ama definirsi “antifascista” ma che per Schmidt ha solo una “geneaologia” nella storia passata che si richiama all’ MSI. Allo stesso modo ha detto di non trovare strana la presenza nella lista di FdI che lo appoggia di un candidato, Christian Caglieri, che non rinnega la sua passata militanza a Casapound e che considera l’antifascismo un tema “noioso”: “Io ho incontrato Caglieri alcune settimane fa, dopo la sua nomina, abbiamo brevemente parlato, ha fatto un percorso, è ovvio. E’ stata una breve conversazione. Non mi sono mai incontrato con un fascista o un neofascista, ma con un ex neofascista. C’è speranza per tutti, assolutamente, bisogna essere pronti al dialogo”.
Riguardo i temi del programma, Schmidt è tornato a spiegare la sua idea di una “revisione” della tramvia, dopo che nei giorni scorsi in un post aveva scritto di non voler eliminare la tramvia né fermare i lavori né bloccare le linee contrattualizzate: quel che si può fare, ha detto, è cambiare la viabilità intorno alle tramvie esistenti che in alcuni punti non fanno passare i mezzi di emergenza e soccorso, permettendo il passaggio nelle corsie tramviarie; riguardo alla revisione dei progetti, si è detto convinto che ci sia ancora tempo per cambiare il tracciato della tramvia Libertà-Rovezzano attraverso Campo di Marte che crea un “doppione” con la ferrovia; sull’idea di realizzare in sotterranea alcuni tratti della tramvia, Schmidt spiega che la cosa è possibile perché i resti archeologici e le radici degli alberi non vanno oltre i “7-8 metri di profondità” ma non specifica dove si potrebbe fare: “Bisogna fare degli studi”.
In tema di welfare, Schmidt ha difeso e rilanciato al sua proposta di asili nido gratis anche per le le famiglie ha più di 35.000 euro di indice ISEE, e doposcuola gratuiti per tutti gli alunni di elementari e medie: “Le risorse umane non mancherebbero, ci sono tanti giovani laureati”, mentre quelle economiche, “pari ad alcuni milioni di euro” l’anno possono essere trovati con una “spendig review” del bilancio: “Abbiamo visto in questi anni un poltronificio” che è “costosissimo ma non molto efficace”. “Una spending review e una gestione manageriale farà si che questi sprechi possano essere ridotti”.
Schmidt ha anche parlato della protesta degli universitari pro Palestina che da ieri si sta diffondendo anche in Toscana: una mobilitazione che “imita” quella partita negli USA e che rischia di fomentare l’antisemitismo. Per perseguire la pace, Schmidt ha detto che fondamentale è immedesimarsi nella condizione dell’altro, e ha ricordato l’impegno di Firenze citando come esempio il corteo silenzioso e multiconfessionale che ha raggiunto la Basilica di San Miniato. Utile, ha detto Schmidt, sarebbe riscoprire il pensiero di Theodor Herzl, storico padre del sionismo, che nella sua versione originale parlava ad modello di pacifica convivenza di popoli e confessioni religiose diverse.