FIRENZE – Arriva dal 13 al 26 maggio prossimi al Memoriale delle Deportazioni di Firenze “Adelmo e gli altri. Confinati omosessuali in Lucania”, la mostra documentaria che da alcuni anni sta facendo conoscere una parte poco nota della storia del nostro Paese: l’omocausto, ovvero la persecuzione della comunità LGBTQIA+ nell’Italia fascista, e l’uso del confino come strumento di repressione.
L’esposizione è un progetto di Agedo Torino (Associazione di Genitori, parenti e amici di persone LGBTQIA+) curato da Cristoforo Magistro, che ha svolto una ricerca documentaria e iconografica presso gli Archivi di Stato di Potenza e Matera. L’allestimento nel capoluogo toscano, proposto da Agedo Livorno, è stato realizzato da Regione Toscana per celebrare, anche quest’anno, il 17 maggio, Giornata internazionale contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere: proprio in questa dana si terrà nei museo (alle 17) un’iniziativa realizzata in collaborazione con il Tavolo regionale LGBTQIA+ e gli Enti locali toscani aderenti alla Rete RE.A.DY., la Rete nazionale delle Regioni e degli Enti Locali per prevenire e superare l’omolesbobitransfobia.
L’esposizione foto-documentaria è composta da 31 pannelli, stata già presentata in numerose città, tra le quali Torino, Genova, Padova, Bergamo, Bologna. Racconta la storia delle persone mandate al confino in Basilicata nel periodo fascista per il proprio orientamento sessuale o identità di genere. Prende il titolo dal nome del più giovane – 19 anni – dei confinati dei quali si cerca di ricostruire le vicende. Le storie vengono raccontate in maniera didascalica, inevitabilmente parziali, e ricostruite dall’analisi delle carte di polizia e di atti giudiziari. La vicenda dei confinati in Basilicata per “pederastia” rappresenta emblematicamente l’essenza della repressione nei confronti degli omosessuali. Controllo e persecuzione, emarginazione e discriminazione sono gli aspetti essenziali dell’atteggiamento fascista nei confronti delle persone ritenute “anormali”, così diverse dall’immagine dell’uomo virile promossa dal fascismo.