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Alta Velocità, i comitati: “La talpa è ferma, problemi con lo smaltimento delle terre di scavo. Per ignoranza o dolo?” – ASCOLTA

today09/05/2024

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    Tiziano Cardosi, Coordinamento No Tav, 9 maggio 2024

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FIRENZE – “La Tbm, la cosiddetta talpa che dovrebbe correre nel sottosuolo di Firenze per portarci nel futuro è in ‘fermo tecnico’ dal 17 aprile” e un’ipotesi “molto plausibile è che tutto abbia a che fare ancora con le terre di scavo e il loro smaltimento”. A segnalarlo è i Coordinamento dei Comitato no tunnel Tav Firenze. “Quando fu deciso di realizzare il doppio tunnel con una sola macchina invece che con le due previste originariamente – sottolinea il comitato in una nota – fu detto che si sarebbero risparmiati i soldi del noleggio delle Tbm e che i tempi sarebbero stati comunque rispettati. In realtà questa spiegazione era sostanzialmente falsa, il problema dei problemi di questa opera sono le terre di scavo: due macchine che avessero lavorato contemporaneamente avrebbero prodotto troppa terra tutta insieme per il sito di Santa Barbara, in Valdarno”. Le terre, spiegano ancora, “devono essere essiccate, per veder degradati gli additivi aggiunti nello scavo in modo da rendere il terreno da asportare sufficientemente fluido, della consistenza di un dentifricio”, “e, quando mature, essere portate nel vicino luogo dove si dovrebbe realizzare la famosa collina schermo”. Per il comitato “da indiscrezioni avute da fuori Firenze e fuori Toscana pare addirittura che anche una sola Tbm produca tanta terra da non poter essere smaltita in continuazione. Per questo pare necessario fermare la Tbm”.

Le conseguenze sono innanzitutto sui tempi. “Lo scavo ha fatto 800 metri ed è fermo sotto viale Don Minzoni” spiega Novaradio Tiziano Cardosi, del Coordinamento: “Secondo il cronoprogramma doveva trovarsi sotto la Fortezza da Basso, sono indietro di 1.000 metri. Difficile dire quanto ci vorrà: i lavori dovevano finire nel 2028, i tempi rischiano di raddoppiare. Si dovevano liberare”. E poi i costi: “I cantieri, quando sono sono fermi, costano a volte più di quando sono in movimento: stanno venendo fuori sicuramente una quantità di richieste di maggiori compensi del costruttore nei confronti di Ferrovie: un esborso non in grado di quantificare, ma enorme”.

“Quel che è più grave però – aggiunge Cardosi – è che questo si sapeva. I casi sono due: o alle Ferrovie non sanno cosa stanno facendo e sono allo sbando. In regione idem. Oppure c’è del dolo. Perché affrontare i lavori in condizioni di sapere di non poter proseguire. c’è qualcosa che non funziona, ma grave”. Da parte di RFI nell’immediato si è replicato che lo stop è un “fermo tecnico”, e che i lavori riprenderanno a breve senza aumento di costi. “Giani o qualunque consigliere regionale potrebbe chiedere a quanto ammontano adesso le riserve per questi lavori. E così si saprebbe”.

L’invito è rivolto anche al Ministro Salvini perché verifichi “come sia possibile che un’opera che doveva costare 1,2 miliardi sia arrivata a 2,735 miliardi preventivati oggi, e dovrebbe valutare a quanto si arriverà con i costi” futuri.

Scritto da: Redazione Novaradio


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