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FIRENZE – Dalle prime apparizioni durante la Seconda guerra mondiale alla prima versione registrata – quella di Yves Montand nel ’62– passando dallo spettacolo omonimo che fece scalpore al Festival dei Due Mondi di Spoleto del 1964, fino al successo discografico e alla sua trasformazione in simbolo dell’incontro fra politica e musica. Si intitola “Bella ciao. Una canzone, uno spettacolo, un disco” il libro di Jacopo Tomatis – musicologo, giornalista e docente all’università di Torino – che sarà presenatto dall’autore insieme ad Antonio Fanelli sabato 11 maggio all’Istituto Ernesto De Martino di Sesto Fiorentino nell’ambito della rassegna InCanto 2024.
“Negli ultimi anni sono state scoperte nuove cose sulle origini di Bella Ciao: noi ora sappiamo che veniva effettivamente cantata dai partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale, nel ’64 dà il titolo allo spettacolo che va in scena a Spoleto e da lì comincia la sua storia politica ed entra a far parte del repertorio delle canzoni della Resistenza italiana. Ma già prima di allora era cantata in tutto il mondo: nel ’53 era cantata in Nord Korea, probabilmente portata dai militanti comunisti che l’avevano imparata nei grandi raduni internazionali, e già prima di allora era cantata in Cina, in Russia in Ghana, in Indonesia. È una canzone che ha una storia globale di militanza molto prima della registrazione (di Yves Montand nel ’62). La sua storia è un unicum”, ha spiegato a Novaradio Jacopo Tomatis.