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FIRENZE – Il 18 marzo 2029, moriva a 33 anni Lorenzo Orsetti, mentre combatteva a fianco delle forze curdo-siriane YPG i miliziani di Daesh, lo Stato islamico per la difesa del Confederalismo Democratico del Rojava: a cinque anni di distanza, la sua memoria e i suoi ideali continuano a vivere nella comunità fiorentina e nelle iniziative che la famiglia organizza per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione del Kurdistan Siriano. Nei giorni scorsi, accanto alla commemorazione al cimitero delle Porte Sante, una due giorni di iniziative – domenica e lunedì scorsi – tra il Circolo le Panche-Il Campino e il Polo di Novoli dell’università di Firenze con la partecipazione di Christian Raimo e il comitato Jineolojî Europa, per parlare di Siria e Rojava, nazionalismo ed estremismo religioso in Medio Oriente, pace e imperialismo.
“Nella Siria del Nord-est c’è tutt’ora un conflitto: ci sono state oltre 200 attacchi con droni, attentati e sparizioni di rappresentanti dell’amministrazione curda da parte della Turchia che rende la situazione ancor più instabile” e anche “le manovre dell’Europa per bloccare l’immigrazione e di sostegno a certi regimi sta destabilizzando ancora più quelle terre e aumenta il flusso dei migranti” racconta Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo: “L’amministrazione curda del Rojava ancora resiste, c’è una forte tensione ideale verso questa idea di società alternativa, c’è un popolo che lotta ma lotta nell’isolamento. Nessun governo riconosce l’amministrazione curda, il desiderio dei Kurdi all’autodeterminazione, il diritto alla libertà del loro leader Ocalan”. del Confederalismo Democratico”.
