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FIRENZE – “A Firenze il Pd non è più il nostro Pd perché non fa le primarie e perché triplica le multe. Mette 55 milioni di euro nello stadio e non nel sociale. Di sinistra? Voi non siete nemmeno mancini”. Poche parole ma di fuoco, quelle che ha pronunciato ieri Matteo Renzi chiudendo la kermesse della “Leopolda”, e chiudendo anche con toni forti ogni spazio di possibile accordo (almeno al primo turno) con i Democratici per la corsa a Palazzo Vecchio. In questo senso il leader di Iv è stato ben più netto della sua stessa candidata, Stefania Saccardi che, pur ricordando il tema stadio e multe, si era limitata a dire: “Il dado è tratto, noi faremo la nostra partita con leggerezza, con ironia, con il sorriso e a viso aperto”.
Poca leggerezza c’è invece in parte del Pd, fiorentino e toscano, che alla luce dello “strappo” dei renziani – e dalla verve degli ultimi attacchi – chiede che a questo punto la candidata di Italia Viva faccia un passo indietro dalla carica di vicepresidente della Regione Toscana, dove Pd e Iv governano in alleanza: che si dimetta o che venga indotta alle dimissioni. Un’altra componente interna al Pd, invece, con in testa il governatore Giani, vorrebbe non turbare gli equilibri e cerca una mediazione: la soluzione circolata sarebbe quella di una “autosospensione” della Saccardi dalle deleghe per il periodo della campagna elettorale. La questione sarà all’ordine del giorno della riunione di maggioranza già fissata per domani dal capogruppo del Pd in regione, Vincenzo Ceccarelli. Un nervo scoperto per Matteo Renzi, che proprio a questo ha riservato le parole più dure: “Se ci minacciate dicendo che la Saccardi sarà sfiduciata dalla giunta regionale dico che voi siete fuori di testa” ha tuonato,
“Il tema è molto delicato – commenta a Novaradio Luca Cellini, cronista politico dell’agenzia di stampa Italpress – perché la questione Saccardi ha potenziali ripercussioni anche sulle altre giunte in cui Pd e Iv sono assieme. In primis quella di Firenze, dove l’uscita dalla giunta dell’assessora Titta Meucci e di Italia Viva dalla maggioranza potrebbe mettere a rischio l’approvazione del Piano Operativo Comunale”.