FIRENZE – Opere scientifiche, letterarie e cartografiche che rivelano la presenza di interlocutrici o autrici femminili in testi legati all’astronomia. Ma anche tre globi celesti e terrestri in miniatura, risalenti alla fine del Settecento e l’inizio Ottocento e due manoscritti del fondo galileiano che testimoniano l’uso del telescopio da parte della regina di Francia Maria de’ Medici e di Margherita Sarrocchi. È quanto propone la mostra ‘Donne del cielo: da muse a scienziate’, visitabile nella sede della Biblioteca nazionale centrale di Firenze dall’8 marzo all’8 giugno. La mostra, ideata dal Museo Galileo e organizzata con la Biblioteca, è curata da Natacha Fabbri, Caterina Guiducci e Simona Mammana.
Il percorso espositivo si articola in sette sezioni e propone un dialogo con strumenti scientifici, alcuni dei quali molto rari, provenienti dal Museo Galileo e da collezioni private, e creazioni artistiche. Parte integrante della rassegna sono anche le sette grandi tele dell’artista Ilaria Margutti dal titolo ‘Le variabili del Cigno. Sette tele per il cielo di Henrietta Leavitt’, che prendono spunto dagli studi condotti dall’astronoma statunitense: Margutti ha riportato su tele di grande formato (70 x 280 cm) le coordinate delle 1777 variabili delle Nubi di Magellano registrate tra il 1904 e il 1908. Una parte della mostra è anche dedicata ai temi astronomici presenti nella cosiddetta ‘querelle des femmes’, ossia in opere che argomentano l’eguaglianza intellettuale e sociale tra uomini e donne, esaltando la dignità delle donne e rivendicando il loro diritto ad accedere anche agli studi scientifici. Otto video, fruibili tramite Qr code, illustrano i temi principali della rassegna e permettono di ascoltare le musiche di alcune compositrici affini agli argomenti trattati. La mostra, infine, è completata da un programma di eventi collaterali (visite guidate, conferenze, concerti) e da una biblioteca digitale tematica sul sito del Museo Galileo.