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TOSCANA – Non è ancora approdata alla discussione del Consiglio Regionale che la legge regionale sul turismo predisposta dalla giunta Giani scatena già fiumi di polemiche. Il testo, trasmesso nei giorni scorsi in commissione, tra le altre cose disegna una “norma cornice” che permetterà ai Comuni, in alcune zone, di limitare il numero degli appartamenti in affitto turistico, oltre ad alcune altre previsioni che riguardano il sistema ricettivo (alberghi diffusi, alberghi scuola).
Già sul piede di guerra le associazioni che riuniscono i grandi soggetti degli affitti turistici brevi, che promettono ricorso, ma anche l’opposizione di centro destra, che con Forza Italia parla di “legge incostituzionale”. Replica il governatore Giani: “Saranno i Comuni, la legge si limita a dire questo, a decidere se sugli affitti brevi vale l’ambito che è tutelato dall’Unesco, o anche si consente di poter sviluppare quelle politiche che poi il Comune di Firenze ha fatto anche al di fuori dell’area Unesco”. Ma all’attacco, da sinistra, anche le associazioni degli inquilini come il SUNIA, che in particolare critica la norma che permetterebbe agli alberghi anche di entrare nel mercato degli affitti turistici, mettendo a disposizione appartamenti nei dintorni fino al 40% della ricettività alberghiera: “Una norma che va cancellata, perché rischia di avere gli effetti negativi dell’overtourism. La Toscana è già la Regione con la più alta percentuale di affitti turistici brevi, e Firenze è la peggiore in Italia per indice che misura l’impatto degli airbnb sulla sostenibilità”.