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FIRENZE – Una rete di “1.000 occhi” per monitorare gli effetti sulla tramvia fiorentina dei lavori de tunnel TAV: è il piano di monitoraggio annunciato ieri da RFI dopo le preoccupazioni emerse sulle possibili interferenze dei lavori del passante sotterraneo dell’Alta Velocità sulle linea tramviarie esistenti e in costruzione. Concretamente prevede rilevamenti degli eventuali spostamenti di sede tranviaria con oltre mille dispositivi specifici: la frequenza del monitoraggio varierà in funzione della vicinanza con la fresa, arrivando a un rilevamento ogni 15 minuti. I controlli saranno fatti anche sui dispositivi della rete di alimentazione della tramvia, dunque sui pali e i ganci collocati sugli edifici.
“L’ennesima iniziativa pubblicitaria: più mille occhi, ci vorrebbero mille mani”, “per sostenere la tramvia quando i tunnel Tav passeranno sotto” replica Tiziano Cardosi, Coordinamento No Tunnel TAV, che giorni fa ha raccolto e rilanciato le segnalazioni dei danni alle case nella zona di via Botticelli per lo allo scavo del tunnel TAV: “Dai documenti di progetto risulta chiaramente che c’è un rischio di subsidenza di 5-6 centimetri, che sarebbe incompatibile con il passaggio del tram”.
Due giorni fa il Coordinamento ha organizzato un incontro pubblico presso la sala della parrocchia dell’Ascensione a Rifredi, cui hanno preso parte circa 150 persone, in gran parte delle famiglie che hanno le case lungo il tracciato dell’alta velocità. “C’è preoccupazione e anche paura per molti, gli edifici a rischio sono 350 e migliaia le persone coinvolte” dice Cardosi, spiegando di aver consigliato ai cittadini di organizzarsi collettivamente: “Sarà necessario realizzare uno staff di tecnici e legali che monitorino l’andamento dei lavori e dei possibili effetti. Occorreranno risorse economici, i committenti e gli esecutori dei lavori devono prendersi l’onere di finanziare il tutto. I soggetti politici che hanno sollecitato i lavori obblighino i responsabili”.
Inoltre, aggiunge il comitato, i tecnici dovranno realizzare anche un archivio dei dati di monitoraggio e di esecuzione dei lavori “in vista di un loro possibile utilizzo in sede di richiesta di risarcimento”, perché a Firenze “i danni sono previsti dal progetto stesso a diverse centinaia di edifici, cioè migliaia di unità immobiliari. Si avvia un percorso in questo senso da portare avanti prima possibile”.