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FIRENZE – Era il 1994 quando iniziò ad essere editato e distribuito “Fuori Binario”, il giornale dei senza fissa dimora di Firenze: a trent’anni di distanza, un giornata di incontro, riflessione e e confronto con altre realtà simili in Italia festeggia questo traguardo, per nulla scontato per un’esperienza editoriale sui generis, di “giornalismo redistributivo”. Un modello che si basa su una redazione di giornalisti volontari e una diffusione affidata ad una rete di oltre 20 distributori che chiedono un’offerta libera per il giornale: un euro va ai costi di produzione / stampa, il resto rimane in tasca al distributore, offrendogli quindi una piccola entrata di reddito aggiuntiva.Altro canale è una rete di “luoghi amici” – associazioni, collettivi, enti del terzo settore ma non solo – che comprano e diffondono le copie del giornale nelle loro sedi.
I temi trattati sono quelli della marginalità sociale ed economica, raccontata spesso in prima persona dagli stessi senza fissa dimora in qualità di testimoni o di reporter. Il progetto editoriale quindi si fa auto-racconto ma anche strumento di emancipazione culturale. E pnto di riferimento nel racconto della città nascosta, poco visibile, della sua povertà: “Parola che non dobbiamo aver paura a pronunciare anche perché in questi anni in città è aumentata” dice la vicedirettrice Valentina Baronti, che spiega come in questo senso Fuori Binario “racconti il fallimento del capitalismo degli ultimi decenni” anche nella nostra città.