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FIRENZE – “Fateci un parco. Ci abbiamo sempre voluto un parco”: è lo striscione che qualcuno ha attaccato nei giorni scorsi nei pressi del cantiere Esselunga in cui venerdì sono morti 5 operai e tre sono rimasti feriti. E che racconta molto di un’operazione urbanistiche che in quell’area occupata dal Panificio Militare il quartiere di Rifredi-Ponte di Mezzo non ha mai voluto. “E anche di occasioni perdute del Comune nell’esercitare il proprio ruolo di indirizzo e pianificazione” racconta a Novaradio Nicla Gelli del Comitato ex Panificio Militare (Coexpami).
La storia è lunga. I primi progetti di uso pubblico e a verde di quello che era l’ex Panificio Militare sono del 2005 ma con la dismissione dal demanio il Comune (giunta Domenici) non esercita l’opzione di acquisto e si fa avanti i progetto della Baldassini-Tognozzi-Pontello di una vera e propria colata di cemento (75 mila metri quadrati di appartamenti e una torre di 45 metri), contro cui si mobilitano i cittadini costituitisi nel Coexpami, che bloccano più volte le ruspe e chiedono la realizzazione di spazi ad uso pubblico e giardini. Dopo essere travolta dalla inchieste della “urbanistica concertata” e del “sistema gelatinoso”, la BTP perde interesse. Ancora una volta il Comune perde l’occasione per esercitare ruolo di pianificazione, e nel 2013 c’è la cessione ad Esselunga che propone alla giunta Renzi un mega centro commerciale. Ancora una volta il Comitato si mobilita, contestando le scelte urbanistiche e di progetto: alla fine Esselunga e Comune (giunta Nardella) si accordano per la revisione del progetto. I cittadini ottengono il dimezzamento dei volumi costruiti, il mantenimento ad uso pubblico della metà dell’area, realizzazione di verde pubblico, viabilità ciclabile e uso per i residenti dei futuri parcheggi interrati : “Una mezza vittoria, sicuramente il male minore”. E adesso? “Il cantiere sarà fermo a lungo, se ci fosse la volontà politica il progetto potrebbe cambiare” dice Gelli, senza mostrare però troppe speranze.
Chi ci crede invece che qualcosa possa ancora cambiare è Dmitrij Palagi, consigliere Sinistra Progetto Comune, che ieri in Consiglio Comune la ha presentato una mozione (respinta) per chiedere che il cantiere si fermi: “Non si può andare a fare la spesa dove sono morte 5 persone, uno stop è ancora possibile. Anche Eselunga ha un’immagine da difendere”. Della stessa opinione un gruppo di cittadini chenei giorni scorsi ha dato vita ad una manifestazione spontanea in via Mariti e sta creando un nuovo comitato che sarà tenuto a battesimo domenica prossima in un’assemblea pubblica (da decidere il luogo della riunione).