*
TOSCANA – Celle strapiene, condizioni di invivibilità, carenza di personale, scarso ricorso a pene alternative, mancanza di progetti intra ed extra carcerarie. È un campionario drammatico quello che contiene l’ultimi rapporto di Antigone sui penitenziari toscani: la situazione peggiore è a Sollicciano, ma condizioni gravi si registrano anche a Pisa, Livorno e San Gimignano. “Le istituzioni sono assenti” tuona il garante regionale Giuseppe Fanfani.
“Nelle carceri italiane il sovraffollamento e invivibilità crescono, siamo risalti sopra 60 mila detenuti e a breve raggiungeremo i 65 mila, quota che nel 2012 fa portò con la sentenza Torrigiani alla condanna dell’Italia da parte del Corte Europea dei Diritti Umani. E questo è l’effetto delle recenti leggi che favoriscono la carcerazione preventiva” sottolinea Emilio Santoro di Altrodiritto, associazione che ha assistito il detenuto che recentemente ha avuto uno sconto di 312 giorni di pene sugli 8 trascorsi a Sollicciano a causa delle riconosciute condizioni disumane di detenzione. Un percorso che potrebbero seguire anche gli altri 200 reclusi delle sezioni penali, per cui l’associazione chiede la sospensione della pena ipotizzando il reato di tortura. “Come nel caso di Sollicciano: nessun albergo o hotel potrebbe stare aperto con con topi nelle cucine e cimici nelle stanze, ma per le istituzioni le carceri possono rimanere aperte” denunci Santoro.
E a chi – come il sindacato Osapp – paventa un svuotamento delle carceri, Santoro replica: “Lo sconto di pena per disumanità della pena è 1 giorno ogni 10 di reclusione, ma nel nostro ordinamento c’è già lo sconto anche maggiore, 1 giorno ogni 5, per buona condotta. In Parlamento è arrivata in commissione una pdl per rafforzare questo meccanismo, che premia i detenuti più collaborativi e rende il carcere più vivibile per chi ci resta. Bene vengano anzi questi provvedimenti”.