FIRENZE – “Whole Rest come una pausa che ci permette di respirare, guardare in profondità, immaginare quello che viene dopo e prepararci. Nel contesto culturale c’è un’urgenza narrativa che non ci permette di fare approfondimenti: questa vuole essere una pausa da quegli stereotipi e appiattimenti della cultura che troppo spesso impegnano il nostro lavoro”. Sono queste le parole con cui Justin Rundolph Thompson, direttore e fondatore della rassegna insieme a Janine Gaëlle Dieudji, presenta a Novaradio l’edizione 2024 del Black History Month Florence.
La rassegna, giunta alla nona edizione, prende le mosse dall’omonima iniziativa nata negli Stati Uniti, e dedicata dal 1 al 29 febbraio una carrellata di iniziative – mostre, incontri, proiezioni – alla scoperta del contributo degli afrodiscendenti nella società e nella cultura. Tra queste YGBI Research Residency and Training Program: un programma di residenza rivolta a giovani artisti e artiste afrodiscendenti, con la presenza di un mentore e diversi incontri con profili altamente professionali nel settore, che prevede una ricca serie di incontri, dialoghi ed eventi curati da BHMF, che li vedrà direttamente coinvolti in spazi tra cui il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci e CANGO.
Tra le collaborazioni, New York University, che ospiterà un talk della storica Jessica Harris e laboratori delle artiste Alessandra Ferrini e Holly Graham; Villa Romana con una mostra dedicato a Lerato Shadi; Onlus COSPE nel progetto Each One Teach One: Decolonizzare l’immaginario attraverso la memoria storica, con il supporto della Fondazione Carlo Marchi. Nuovi appuntamenti anche con la terza edizione di “E il Clamore è Divenuto Voce”, una rassegna dedicata alle arti performative che vedrà il coinvolgimento di sette artisti e artiste internazionali in collaborazione con 4 spazi importanti presenti nel territorio fiorentino, fra cui CANGO.
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