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Nuovo memo 453
FIRENZE – La percentuale di cittadini toscani in condizioni di povertà assoluta cala leggermente dal 6% del 2021 al 5,5% del 2022, pari a 92mila famiglie in povertà assoluta nella regione. E’ quanto emerge dal settimo rapporto ‘Povertà e inclusione sociale in Toscana’, realizzato dall’Osservatorio sociale regionale della Regione Toscana in collaborazione con Anci Toscana, Irpet, Centro regionale di documentazione infanzia e adolescenza, Caritas Toscana e Università di Siena.
L’analisi statistica incentrata sul 2022 include anche un’indagine campionaria realizzata da Irpet nel 2023 su un campione di 1.500 famiglie da cui emergono le difficoltà legate all’incremento dell’inflazione che si traducono in una netta riduzione dei consumi sia per i beni essenziali come luce, gas e spese sanitarie sia per svago e tempo libero. Nel dettaglio, secondo Irpet il 37% del campione ha rinunciato completamente a gite e viaggi, il 33% alle spese per ristorazione e tempo libero, il 35% all’acquisto di mobili, articoli e servizi per la casa, il 2% alle spese per la salute (e il 9% le ha ridotte), e il 31% ha rinunciato completamente alla categoria ‘libri, scuola e università’. Il 53%, infine, dichiara una contrazione dei consumi di luce e gas. Se si considerano le dimensioni benessere-reddito, condizioni di salute-abitative, condizioni lavorativo-educative e accesso ai beni essenziali, si spiega nel rapporto, il 10,9% delle famiglie toscane risulta in una situazione definita tecnicamente di ‘deprivazione cumulata’ (significa che hanno simultaneamente condizioni svantaggiate nelle quattro dimensioni del benessere), mentre il 14,3% è a rischio povertà o esclusione sociale.
Ad aggravare la situazione il dimezzamento dei beneficiari delle nuove misure nazionali di contrasto alla povertà entrate in vigore nel 2024 saranno, che saranno a regime, il 50% in meno di quanti percepivano sin qui il reddito di cittadinanza in Toscana. Dal rapporto emerge infatti che al 1 novembre 2023 in Toscana percepivano il reddito di cittadinanza 19.690 nuclei familiari (di cui l’83% formati da cittadini italiani), corrispondenti a 35.324 persone. Passando alla nuova misura nazionale dell’assegno di inclusione (attiva dal 1 gennaio 2024) la platea dei beneficiari in Toscana si ridurrà a circa la metà rispetto ai percettori del vecchio reddito di cittadinanza. L’assessore regionale alle politiche sociali, Serena Spinelli, ha detto che la nuova misura “comporta un bel risparmio per lo Stato, ma un bel costo aggiuntivo per gli enti locali che dovranno dare risposte a queste situazioni di fragilità. Riteniamo – ha aggiunto Spinelli – che il Governo stia agendo in contrapposizione rispetto alle necessità del Paese.
Spinelli, ha poi sottolineato che “una quota sempre più numerosa della popolazione toscana è a rischio povertà, ma il governo continua a privare un numero sempre più consistente di cittadini in difficoltà di strumenti basilari per la sussistenza. Per il secondo anno – ha proseguito – nella legge di bilancio non ci sono fondi per il contributo affitti che ogni anno veniva richiesto da oltre quindicimila persone; e da quest’anno, secondo le stime del rapporto si dimezzerà la platea di coloro che potranno avere un reddito minimo con cui sostenersi”. Spinelli ha poi ricordato “che in ogni Stato europeo chiunque versi in condizioni d’indigenza è titolato a ricevere, fino a quando il bisogno persiste, un contributo monetario che gli permetta uno standard di vita minimamente accettabile. Purtroppo in Italia, e quindi in Toscana un numero sempre maggiore di famiglie risulterà escluso da ogni sostegno”. “Cercheremo – ha concluso – di far sentire la nostra voce in tutte le sedi istituzionali perché queste misure siano allargate a tutti coloro che ne hanno necessità per poter vivere in maniera dignitosa”.