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Filomena Gallo, avvocata
TOSCANA – La Consulta tornerà ad occuparsi della suicidio assistito e dei suoi prerequisiti. E’ stata infatti investita dalla questione dal gip del Tribunale di Firenze chiamato a decidere sulla vicenda della morte di Massimiliano, 44enne toscano affetto da una patologia irreversibile e dolorosa, nel 2022 accompagnato in una clinica in Svizzera da Marco Cappato, Felicetta Maltese e Chiara Lalli, poiché la sua situazione non rientrava quelle contemplate dalla sentenza 242/2019 (c.d sentenza dj Fabo) che ammettono il “suicidio assistito” in Italia, mancando il prerequisito della presenza di “terapie di sostegno vitale” al paziente. Il PM aveva chiesto l’archiviazione, ritenendo che le azioni dei tre in aiuto a Massimiliano non costituissero “aiuto al suicidio”. Il gip invece, ritenendo i tre punibili, ha però deciso di rivolgersi alla Consulta perché chiarisca se le “terapie vitali” siano un elemento necessario o piuttosto non rischino di creare una disparità tra malati. Una decisione che potrebbe anche aprire le porte alla possibilità di “morte assistita” a nuove categorie di malati.
“Come associazione Coscioni avevamo chiesto l’archiviazione o in alternativa la possibilità di sollevare la questione costituzionale” spiega a Novaradio l’avvocata Filomena Gallo, spiegando che “la Consulta dovrà stabilire se è possibile una interpretazione restrittiva o estensiva”. Rimane il fatto che la stessa Consulta aveva invitato il legislatore ad intervenire, cosa che a oltre 4 anni di distanza non è avvenuta: “Nella scorsa legislatura anzi sono state presentate norme restrittive all’accesso alla morte assistita, poi non approvate ma ripresentate ad inizio di quella attuale” aggiunge Gallo. Anche le Regioni sono chiamate ad intervenire, per attuare la sentenza “Dj Fabo”: “Dovrebbero stabilire criteri certi e tempi brevi per la valutazione dei pazienti che ne fanno richiesta, e per aiutarle abbiamo presentato una proposta di legge regionale in tutte le Regioni” dice Gallo, ammettendo come si sia ancora indetro: “In Veneto la proposta è stata respinta dal Consiglio regionale ed è tornata in commissione ma la battaglia non è finita”. E in Toscana la proposta non è neppure approdata in Consiglio: “Le Asl si stanno dando delle regole, ma la situazione è a macchia di leopardo” dica ancora Gallo, che invita tutti a dare una mano: “La petizione a suo sostegno si puà firmare sul sito dell’associazione Coscioni”.