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PIOMBINO – Niente accordo ancora tra governo e gli indiani della JSW sul processo di rilancio del sito industriale, con i sindacati e i lavoratori in fibrillazione. Benché dopo tra il ministro delle imprese e Made in Italy e Sajjan Jindal della Jsw le parti rassicurino sull’imminente intesa, di certo non c’è nulla. La firma è molto attesa perché deve chiarire i rapporti tra Jsw e Danieli-Metinvest, la cordata italo-ucraina che due giorni ha siglato con l’esecutivo il memorandum d’intesa che mette nero su bianco l’impegno a realizzare un impianto “ambientalmente sostenibile per la produzione di prodotti finiti di acciaio” dalla trasformazione di materiali ferrosi in coils laminati a caldo, e un forno elettrico di ultima generazione. I numeri sono imponenti: 2,2 miliardi di euro di investimento per arrivare a regime nel 2027 a produrre 2,7 milioni di tonnellate di nastri di acciaio all’anno e impiegare 1.500 lavoratori. Il tutto da realizzarsi su una superficie di 260 ettari che dovranno essere messia disposizione in accordo con Jsw.
E se il vicepresidente esecutivo di Jsw Steel Italy Italia Marco Carrai assicura che l’accordo “sarà la base per il rilancio del polo industriale di Piombino”, non sembra convincere lavoratori e sindacati: “Se non arriveranno subito atti concreti, dimostreremo con tutte le nostre forze a Jindal che non è più gradito e chiederemo al Governo ed al ministro Urso di essere conseguenti: utilizzino tutti i mezzi affinché Piombino non perda l’occasione di tornare ad avere un ruolo centrale nel piano siderurgico nazionale”. “Jsw è a Piombino da 2018, non ha mantenuto gli impegni presi e ancora non ha presentato un piano industriale” attacca Paolo Cappelli, Fim Cisl Piombino, dichiarando che il timore che Jsw possa diventare un ostacolo alla reindustrualizzazione c’è: “Servono fatti concreti e in tempi molto brevi”. La mobilitazione è dietro l’angolo.