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FIRENZE – “E’ stata un’emozione accettare la richiesta arrivata da un percorso collettivo e partecipato. Fino ad oggi si è parlato di nomi, forme e primarie, quello che mancava è una visione alternativa rispetto a chi ha governato negli ultimi 15 anni“. Dmitrij Palagi, presentato ieri come candidato sindaco da una coalizione composta da Sinistra Progetto Comune, Rifondazione, Potere al Popolo e Possibile stamani ospite negli studi di Novaradio parla a tutto tondo di programma e rapporti con le altre forze politiche, senza nascondere le difficoltà della sinistra (o meglio “delle sinistre” in città) che ha portato una realtà importante come FirenzeCittàAperta a non far parte della coalizione, e dell’interlocuzione con Tomaso Montanari, “convitato di pietra” di questa fase pre-elettorale.
“Non c’è una sinistra spaccata” dice Palagi: “Con FirenzeCittàAperta credo che sui contenuti non ci siano problemi, c’è una valutazione diversa sull’opportunità dei tempi” della presentazione delle candidature dice Palagi, che – nonostante le voci che parlano della possibile nascita di un’alra lista a sinistra denominata “11 agosto” – tiene ancora la porta aperta: “Sinistra Progetto Comune è la casa che hanno fondato insieme alle altre realtà” ma una maggioranza delle comunità della coalizione ha ritenuto importante evitare di finire all’ultimo momento di discutere di nomi. La mia candidatura è funzionale a mettere in evidenza i temi”.
Allo stesso modo Palagi smentisce contrasti con Tomaso Montanari, in questi mesi da più parti “suggerito” come possibile candidato unitario: “A me non è stato chiesto nessun passo indietro – chiarisce Palagi – abbiamo cercato di interloquire con il mondo che si riconosce in una figura fondamentale dal punto di vista intellettuale e politico” come quella di Tomaso Montanari, aggiungendo però: “Ancora lui per il progetto non l’ha presentato, quando ci saranno altri progetti con cui confrontarsi lo faremo”. Così come “abbiamo cercato un confronto con Sinistra Italiana che si continua a scegliere Sara Funaro” e “una coalizione dove le loro posizioni no vengono riconosciute dal Pd. Li aspettiamo a braccia a aperte, dentro SPC sono a casa”.
Riguardo ai programmi, per Palagi su tutto ci sono tre questioni: “Quella dei diritti della residenza “in una città “ostaggio di un modello di sviluppo che vede il turismo come unica possibilità di crescita economica; il tema della sicurezza, su cui vogliamo che il Pd ci insegua perché la responsabilità di un territorio abbandonato è di chi ha portato avanti politiche sociali di abbandono del pubblico; e la questione ambientale, perché è irritante vedere chi ha cementificato il territorio lamentarsi ora dei cambiamenti climatici”. Tra le proposte, quella di un “censimento” degli immobili sfitti per restituire una diversa narrazione della rendita in città e di chi davvero ne gode, così come il potare avanti le proposte in parte contenute nei quesiti dei “referendum sull’urbanistica” stoppati dal Comune: “Il sindaco Nardella ha fatto promesse non mantenute, e ora rischia perfino di non riuscire ad approvare in tempo il Piano Operativo Comunale.
Su aeroporto e multiutility le posizioni cono quelle note da tempo: no alla nuova pista e soluzione invece del problema dei “sorvolati” di Brozzi e Quaracchi, mentre sulla holding dei servizi bocciatura su tutta la linea, dato che consegna i servizi pubblici alla logica del profitto: “La strada è quella tracciata dal referendum sulla ripubblicizzazione dell’acqua, i modelli ci sono, va fatto un ragionamento sugli ambiti ottimali”.
Infine, sulla vicenda del restyling dello stadio la stroncatura di Nardella è su tutta la linea: “Una gestione disastrosa” attacca Palagi: “Lo stadio è della città, la Fiorentina è un privato che può ed è cambiato” dice. Il “Franchi” andava rifatto ma bastavano la copertura e dei servizi igienici decenti, dice, mentre la scelta dei fondi Pnrr è stata quantomeno rischiosa. Così come è stato rischioso “usare lo sport a fini politici”, finendo per cadere nel ricatto della Fiorentina”.