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VIAREGGIO – A 14 anni e mezzo dall’esplosione del vagone cisterna carico deragliato il 29 giugno 2009 nella stazione di Viareggio, lunedì il pronunciamento atteso della Corte di Cassazione potrebbe finalmente scrivere una verità giudiziaria definitiva sulla vicenda che causò la morte di 32 persone. A rispondere del reato di disastro ferroviario gli allora vertici del gruppo FS, tra cui Mauro Moretti, Mario Elia e Vincenzo Soprano, oltre ai responsabili delle officine che non effettuarono la dovuta manutenzione e i controlli.
Una sentenza attesa anche dai superstiti e dei familiari delle vittime, che non hanno mai smesso di battersi per ottenere verità e giustizia. “Una loro condanna – dice Daniela Rombi dell’associazione “Il mondo che vorrei” – significherebbe tantissimo, non solo per noi ma per tutti. Sarebbe l’accertamento della loro responsabilità su controlli non solo fatti con crocette sui moduli, e un segnale ad agire per Ministero e governo, dato che sulla sicurezza del trasporto merci in Italia in 15 anni è stato fatto poco o nulla”.
L’associazione in questi giorni hanno dato il via ad una serie di iniziative: ieri sera la proiezione di due documentari sulla strage di Viareggio, stasera dalle 18 una fiaccolata davanti alla stazione di Viareggio. “Lunedì saremo a Roma davanti alla Cassazione, e con noi le associazioni nate dopo altre stragi italiane senza giustizia, i ferrovieri e tanti cittadini che ci sostengono”.