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CARRARA – Stop all’estrattivismo intensivo delle Apuane che distrugge un ambiente naturale unico, inquina i territori a valle, depaupera l’economia di trasformazione del marmo a livello locale e arricchisce i grandi gruppi economici internazionali. È la protesta dal titolo “Le montagne non ricrescono” promossa tra gli altri da Arci Massa-Carrara in programma domani, con un convegno dalle 9 presso la Sala Garibaldi (via Verdi) e un corteo che alle 14 si muoverà dallo stadio verso il centro cittadino.
“La quantità di marmo cavato è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni, ma solo una minima parte è destinata al settore artistico e edilizio. La stragrande maggioranza diventa polvere di carbonato di calcio che serve all’industria chimica e farmaceutica” ricorda Ildo Fusani, Arci Massa-Carrara, che insieme ai Circoli del territorio è tra i promotori e organizzatori dell’iniziativa.
“C’è poi il paradosso delle oltre 20 cave attive all’interno dell’area protetta del Parco delle Apuane, quelle in funzione oltre i 1.500 metri e quelle che estraggono nelle “aree contigue” al parco – il tutto aggirando o contraddicendo apertamente leggi e regolamenti nazionali. “La Regione Toscana potrebbe fare molto, cambiando la legge sulle cave e applicando le norme a tutela del Parco delle Apuane: obiettivo minimo è che non si aprano nuove cave, si dismettano quelle all’interno del parco e si riduca drasticamente l’escavazione in quelle esterne al parco in un’ottica di transizione ecologica ed economica – aggiunge Fusani – quel che serve è un cambio del modello di sviluppo, e ancora prima una rivoluzione culturale nella classe politica”.