FIRENZE – A rischio i risarcimenti per le vittime delle stragi naziste in Toscana: e non per l’opposizione della Germania, quanto per la “resistenza” da parte dell’Avvocatura di Stato e quindi del governo italiano. A segnalarlo sono oggi a Firenze il senatore Dario Parrini, assieme a due degli avvocati che seguono le vicende processuali nei giorni scorsi hanno portato il Tribunale di Firenze ad emetterle prime 3 sentenze in merito. Si tratta di decisioni che per la prima volta riconoscono un indennizzo economico ai parenti e agli eredi delle vittime dei crimini contro l’umanità perpetrati dai nazisti durante l’occupazione del 1943-44. I processi – che riguardano due vittime delle stragi di Pratale (Barberino – Tavernelle Valdipesa) e Niccioleta (Mssa Marittima / Castelnuovo Valdicecina) e l’omicidio di un uomo a san Donato in Poggio – nascono dalla recente legge approvata dal governo Draghi che ha stanziato per questo un fondo da 61 milioni di euro.
Vicende che riguardano migliaia di famiglie: le vittime accertate delle stragi naziste sono 4.500 in Toscana, oltre 600 nella sola provincia di Firenze. E se da un lato è stato prorogato il termine per la presentazione dei ricorsi per l’istruzione di nuovi processi dal 30 giugno scorso al 31 dicembre prossimo, dall’altro gli stessi risarcimenti già decisi dal Tribunale – oltre un milione di euro – rischiano di venire bloccati: questo perché la legge prevede che le sentenze non siano esecutive finché non trascorrono i 30 giorni previsti per il ricorso in appello. Più che dalla Germania il rischio sembra arrivare dallo stesso governo italiano,. “In udienza l’Avvocatura dello Stato si è opposta al risarcimento con tesi fantasiose” attacca il senatore toscano del Pd Dario Parrini, che che segnala anche una serie si tattiche dilatorie a livello parlamentare: “Ho presentato un ddl per raddopppiare il fondo per le vittime e per rendere non più necessaria la costituzione come parte civile dell’Avvocatura dello Stato e quindi della sua possibilità di appellarsi: sono fermi in attesa del parere obbligatorio della commissione bilancio, cui il governo non trasmette gli atti necessari”.
“L’atteggiamento dell’Avvocatura dello Stato in udienza fa presagire che un ricorso possa esserci, aspettiamo e vediamo” dice l’avvocato Iacopo Casetti, che ha seguito il processo per la strage di Pratale: “Se ci fosse un ricorso in appello, opponendosi ad un risarcimento per cui esso stesso ha stanziato dei fondi, dal punto di vista giuridico lo Stato contraddirebbe sé stesso”.
Intanto, di qui al 31 dicembre, c’è ancora possibilità per presentare nuovi ricorsi: “Le prime sentenze son state nette e importanti dal punto di vista politico” dice l’avvocatessa Vittoria Hayun: “Possono fare ricorso i parenti fino al 4/o grado, non solo di vittime dei eccidi, ma anche torture e deportazioni e ogi altro crimine contro l’umanità”