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FIRENZE – Nel 2022 in Toscana si sono registrati 5 femminicidi, che fanno salire il conto negli ultimi dieci anni a 132 vittime e 43 minori orfani di violenza. Una violenza che è un dato pervasivo anche in Toscana ma che sempre più le donne sono disposte a denunciare. I numeri sono quelli del rapporto 2023 sulla violenza di genere in Toscana, e sono impressionanti: nel solo 2022 sono state 3.232 le donne hanno chiesto aiuto ad uno dei 25 centri anti-violenza toscani contro le 999 dell’anno precedente, e il 69% sono italiane. Gli accessi al codice rosa delle sole donne sono stati 1.468 (su oltre 3.000 complessivi) contro i 1.328 del 2021, mentre i minori presi incarico dai percorsi speicali di Pronto Soccorso sono saliti da 272 a 358. Ben 109 le 109 donne e 92 figli(e) son state accolte nelle 23 case rifugio della nostre regione. In totale i minori vittima di maltrattamenti registrati dal Centro documentazione dell’Istituto degli Innocenti sono passati da 4155 a 4460 nel periodo 2021/22, mentre gli uomini maltrattanti in cura nei centri uomini maltrattanti sono saliti da 172 a 280.
Tutti gli indicatori sono in aumento: “Elemento positivo è l’emersione del fenomeno, e la sempre maggior consapevolezza delle donne – spiega Rosa di Gioia, curatrice del rapporto per l’Osservatorio rsociale regionale – che fa da contrasto però al numero troppo basso degli uomini violenti che seguono un percorso di riabilitazione: se a fonte di 3.000 segnalazioni di violenza solo 280 uomini son seguiti dai Centri per maltrattanti, c’è qualcosa che non va”.
I dati sono quelli raccolti dalla rete sociale della Toscana: consultori e centri anti-violenza, strutture ospedaliere e sanitarie, centro di documentazione minori, centri per uomini autori di violenza. Ma al di là e oltre all’azione riparativa e di supporto, che che si deve agire – viene sottolineato in più parti nel rapporto – è agire a livello cultura, di consapevolezza delle donne e degli uomini. Ne è convinta l’assessora al welfare Serena Spinelli: “Basta con gli stereotipi e la colpevolizzazione delle vittime anche nel discorso pubblico e giornalistico: cosa decidiamo di fare, come decidiamo di vestirci, chi decidiamo di amare è un diritto delle donne”.
Non è solo un problema di subalternità culturale, isolamento e vittimizzazione. Spesso ad impedire alle donne di uscire allo scoperto è la subalternità economica e lavorativa. Per questo la giunta Toscana ha deciso di mettere appunto una misura definita “percorso di libertà”, specificamente per sostenere le donne vittime di violenza: un provvedimento finanziato con 9 milioni di euro complessivi in modo da assicurare un reddito e un reinserimento lavorativo tramite tirocinio retribuito per le donne che decidono di denunciare i loro aguzzini. In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, il governatore toscano Eugenio Giani ha anche annunciato che per domani, vigilia della Giornata Internazionale dedicata al contrasto, alla lotta verso il femminicidio e la violenza alle donne, sarà dichiarato il lutto regionale, con bandiera a mezz’asta negli edifici della Toscana.