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FIRENZE – “Ha ragione quel che scrive Elena Cecchettin, sorella di Giulia: Turetta non è un mostro, ma il figlio sano della società patriarcale pregna della cultura dello stupro, che legittima il controllo del telefono, la possessività, il cat calling”. A dirlo è Elena Baragli, presidente di Artemisia – Centro Antiviolenza, associazione che da anni opera a Firenze e in Toscana a sostegno delle donne e degli altri soggetti vittime di abusi e violenze: “L’omicidio di Giulia non è un eccezione. Se non focalizziamo l’attenzione su un cambiamento culturale, le donne continueranno ad essere uccise perché continueranno ad essere considerate un oggetto”.
Le azioni di contrasto alla violenza sono culturali, ma non solo: “L’Italia ha ratificato la Convenzione di Istanbul, ma siamo lontani da una sua reale applicazione. Senza questo tutto il dibattito che stiamo sentendo diventa irritante. La convenzione chiarisce bene dove intervenire: prevenzione, protezione, sostegno alle associazioni e ai centri anti-violenza, con il coordinamento tra i soggetti istituzionali, con la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. E sulla proposta lanciata dal governo di un’ora alla settimana nelle scuole di “educazione all’affettività”, commenta: “Sarebbe importante, ma non dimentichiamoci che fino a poco tempo fa quando veniva proposta, da una parte della politica venivamo tacciate di voler diffondere della ‘teoria gender’, che non esiste: c’è la necessità di educare i bambini e i ragazzi, perché la violenza è responsabilità dei maschi, e ancora non vedo un movimento maschie contro la violenza. C’è bisogno di un cambio di passo, legislativo, istituzionale, la repressione non basta. Serve la comunità tutta”.
Il tema riguarda anche la Toscana che ha visto oltre 1.000 segnalazioni di violenza ad Artemisia da inizio anno, 849 donne coinvolte e 61 caso di segnalazioni di casi a forte rischio, per loro e i figli delle famiglie in cui è agita violenza. In vista della Giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre, l’associazione organizza un focus si Donne, bambini e bambine liberi dalla violenza – Il potere della comunità”, in programma il 24 novembre presso l’istituito degli Innocenti