FIRENZE – Si accendono i motori per la corsa a Palazzo Vecchio. Cecilia Del Re, ex assessore comunale “licenziata” a marzo scorso dal sindaco Nardella, stasera riunisce i suoi al Tuscany Hall (ore 21) per l’evento “Sarà Firenze” con il dichiarato obiettivo di presentare una serie di idee “dal basso” per la Firenze del futuro. Un appuntamento che servirà però anche a “contare” le forze in vista delle comunali della prossima primavera e sondare i consensi a favore della sua corsa da aspirante candidata del Pd per Palazzo Vecchio e della richiesta, avanzata e ribadita da mesi, di primarie aperte. Due giorni fa però l’establishment del Pd fiorentino – che sostiene ormai senza remore la candidatura dell’assessora Sara Funaro – ha risposto con un documento, promosso da 21 dei 25 presidenti di Circolo e sottoscritto dall’80% dei circa 180 membri dell’assemblea cittadina, in cui si chiede un “percorso unitario e condiviso” per arrivare ad una “candidatura forte e autorevole”, si dà l’incarico a segretario cittadino Ceccarelli e ad una “commissione di saggi” a sondare la base del partito e la società civile. Decisione finale a dicembre affidata sempre all’assemblea cittadina, cui basterà una maggioranza del 60%.
Pietra tombale sulle prima, dunque? L’ex assessora non si dà per vinta, e si dice convinta che la partita non sia chiusa: “Quel documento viene solo da una piccola parte del partito e non cita in nessun passaggio le primarie” dichiara stamani parlando a Novaradio: “Inoltre non è stato votato, ma solo sottoscritto dai membri dell’assemblea, che in molti casi non l’hanno letto ma solo sentito al telefono. Dovrà decidere l’assemblea cittadina con un voto, e fino ad allora – spiega – continueremo a chiedere le primarie, convinti che il confronto interno, e non la sua negazione, sia il migliore per il partito”. Ma se le primarie non si faranno, si prospetta una sua uscita dal partito e una sua corsa solitaria alla guida di una lista civica, magari con l’appoggio di Italia Viva? “Non voglio pensare a questa prospettiva, sono nel Pd e rimango nel Pd – scandisce – e smentisco ogni contatto con Italia Viva, se non quelli di natura personali con persone che conosco da tempo”.
Dunque, almeno per il momento la battaglia di Del Re rimane inquadrata nel perimetro del partito, e per una Firenze che Del Re vorrebbe “più progressista, pubblica, sicura, europea e metropolitana”. Non si sbilancia sulla coalizione (“viene dopo il programma”) che vorrebbe però “più ampia possibile”, oltre l’attuale maggioranza nardelliana (Pd – Italia Viva) che sembra voler guardare “a sinistra”. Almeno stando a guardare i temi che predilige: una tassazione comunale più progressiva; scelte urbanistiche che limitino il proliferare di affitti brevi e studentati turistici, incentivando la creazione di studentati pubblici e la residenza. E sulla norma anti-airbnb in centro dice: “Una mossa coraggiosa, ma che rischia di trasformarsi in un condono, favorendo chi già affitta in centro”
Un programma in potrebbe esserci anche il passaggio della tramvia in centro, motivo scatenante della sua cacciata ad opera del sindaco Nardella? “Il mio licenziamento è stato frutto della volontà del sindaco di eliminare una delle possibili candidate alle primarie e favorire altri candidati” dice senza mezzi termini. “Sul passaggio del tram dal Duomo il partito si è espresso contro – aggiunge – ma rimane il fatto che va risolto il tema dell’accessibilità del centro. Non si può avere la più bella e grande area pedonale d’Europa se non è fruibile dai cittadini”.