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FIRENZE – Le mutazioni del clima, e le sue conseguenze su siccità/piovosità e la loro intensità, hanno effetti diretti sull’inquinamento delle acque. E sono tutti negativi. A lanciare l’allarme l’Arpat, che oggi sul tema ha dedicato un convegno a Firenze. Le sempre più frequenti “bombe d’acqua” provocano improvvisi deflussi delle acque verso il mare che portano con sé gli inquinanti accumulati e determinano l’inquinamento e la non balneabilità dei litorali (come avvenuto più volte quest’estate). Inoltre i prolungati periodi di siccità fanno calare il livello delle acque sotterranee, che vanno a “pescare” sempre più sostanze ed elementi “pesanti” (e inquinanti) depositati in profondità nel corso di secoli in profondità; senza contare che questo provoca lungo la costa una maggior penetrazione del “cuneo salino”, con conseguenze negative per l’agricoltura di sempre più vaste zone interne.
Per questo Arpat rilancia il tema anche alla altre 20 agenzie per l’ambiente italiane – a partire dalla riunione nazionale del 7 novembre prossimo a Rimini. “E’ un fenomeno che va analizzato e studiato in modo omogeneo, per dare la possibilità di formulare politiche di mitigazione ed adattamento efficaci e resilienti” dice il direttore di Arpat, Pietro Rubellini.