FIRENZE – Un progetto che affronta e racconta gli spazi di libertà e creatività clandestina che i prigionieri politici argentini riuscirono a conquistare durante la dittatura argentina del 1976-83. Si intitola “Libertà clandestine”, la mostra personale dell’artista italo-argentina Mariana Ferratto ospitata negli ambienti di MAD Murate Art District dal 19 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024.
Durante la dittatura in Argentina, molti istituti penitenziari sottoposero i prigionieri politici ad un regime di isolamento e inattività come metodo di distruzione fisica e psicologica. In segno di resistenza, si formarono piccoli gruppi che portarono avanti delle attività alle spalle delle guardie carcerarie. Le opere in mostra raccontano questa esperienza, del potere della creatività come spinta alla sopravvivenza.
L’esposizione curata da Valentina Gensini e organizzata da MUS.E, espone opere inedite che ruotano intorno a due nuovi progetti dell’artista: Memoria de la materia, vincitore dell’Italian Council 2022; e Affiorare, sviluppato durante la residenza che l’artista ha svolto presso Murate Art District a partire da gennaio 2023: un’installazione audio che a partire da tre grandi fiori di argilla realizzati dall’artista diffonderà le voci delle prigioniere politiche raccontando storie di resistenza, momenti di collaborazione e amicizia nel contesto del carcere argentino
Divisi tra la sala Anna Banti e le celle al primo piano, saranno invece proposti i video della serie Tutorials. Questo lavoro costituisce un’indagine attorno ai manufatti che i detenuti realizzavano in carcere come atto di ribellione all’alienazione della loro personalità. Per opporsi a questo sistema i prigionieri iniziarono a realizzare oggetti artistici e di artigianato con strumenti di recupero come osso finemente lavorato, chiodi, fili colorati estratti dalla trama di asciugamani o pezzi di lenzuola. I manufatti venivano lavorati nell’assoluta segretezza, in piena notte, e portati fuori dalla prigione clandestinamente per poter essere regalati alle persone care. La loro realizzazione poteva richiedere settimane di lavoro e, viste le continue ispezioni, non vi era certezza dell’arrivo a destinazione. Le diverse attività artistiche passavano da una cella all’altra e da una prigione all’altra attraverso i trasferimenti. Nel passaggio di mano in mano si raffinavano, sperimentando vere e proprie tecniche artistiche innovative. Tramite una serie di interviste agli ex detenuti, l’artista ha creato dei video in formato tutorial che raccontano e spiegano le diverse tecniche adottate e perfezionate nel tempo. Davanti ad ogni video una postazione attrezzata permetterà ai visitatori di mettere in pratica il tutorial che hanno davanti, trasformando di fatto la mostra in un laboratorio permanente.