FIRENZE – Dopo le indiscrezioni stampa dei giorni scorsi, ieri la riunione del cda del Teatro della Toscana ha ufficializzato la situazione di difficoltà finanziaria: i 1,5 milioni di euro di deficit per il 2023 saranno coperti con i fondi di riserva, ma preoccupano i 2,4 milioni di sbilancio per il 2024. Di qui la richiesta al direttore Marco Giorgetti di operare “tutte le economie” necessarie al riequilibrio. Il che vuol dire tagli, dato che i soci pubblici hanno già chiarito che non sono disposti a iniezioni di liquidità. Tra gli interventi, la riduzione di numero degli spettacoli, i costi delle produzioni e i compensi dei dirigenti. Non si e’ parlato però per ora di cassa integrazione (la Fis).
Il piano di risanamento della Fondazione Teatro della Toscana “è fondamentale e inevitabile” ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, intervenendo oggi per la prima volta sul tema: “Il piano ci consente di non sacrificare i teatri che fanno parte della Fondazione però è chiaro che ci vuole una azione di tagli di tutti i costi. Ognuno deve fare un piccolo sacrificio, senza nulla togliere al valore artistico-culturale di tutti coloro che hanno reso grande questa Fondazione”. “E’ chiaro che di fronte alle difficoltà del teatro dobbiamo fare tutti un piccolo sacrificio, cercheremo di fare il possibile per evitare misure che vadano a scapito dei lavoratori.
Rimangono in allarme i circa 50 dipendenti fissi, oltre a quelli temporanei e stagionali. I sindacati chiedono un incontro a breve: “Chiederemo che non si tocchino i livelli occupazionali” dice a Novaradio Angelo Betti, Fistel Cisl.