FIRENZE – “Da Gerusalemme Est e dalla Cisgiordania – dove Arci Firenze porta avanti da anni progetti di cooperazione internazionale – arrivano notizie terribili, terrificanti, è una situazione esplosiva. Le rivolte palestinesi si stanno diffondendo anche in queste zone e se prima la repressione era importante adesso è atroce: ieri sera l’esercito è entrato nel campo profughi di Shu’fat, dove 75mila persone sono attualmente assediate da militari armati”. Sono le parole di Manfredi Lo Sauro, vicepresidente Arci Firenze con delega alle politiche di Solidarietà internazionale e alla Progettazione responsabile, ai microfoni di Novaradio.
“Le prospettive – prosegue – dopo l’attacco di sabato mattina delle Brigate Al-Qassam all’interno dei territori israeliani, sono inquietanti. Israele minaccia un vero e proprio genocidio su Gaza, ma la prospettiva peggiore e inedita, visto l’arrivo dei combattenti di hezbollah entrati dal Libano e le portaeree messe a disposizione dagli Stati Uniti, è della deflagrazione del conflitto a livello regionale, con il coinvolgimento anche dell’Iran. Per adesso ad essere bombardata pesantemente però è Gaza e questo sta provocando una vera e propria una strage di civili nel silenzio totale della comunità internazionale, che è giustamente scossa dagli attacchi ai civili israeliani, ma che non si può dimenticare come siamo arrivati a questo contesto e che le vittime civili sono tutte uguali, che siano palestinesi o israeliane. Come Arci Firenze, siamo inorriditi da qualsiasi violenza contro i civili, siano essi palestinesi, israeliani o di qualsiasi nazionalità. Non abbiamo nessuna intenzione di essere coinvolti nella logica di guerra del conteggio delle vittime tra le parti, come se fosse solo un gioco. Ogni vita umana è preziosa”.
La crisi che ha portato a questi eventi non si certo maturata in pochi giorni, spiega Lo Sauro: “Visitando spesso quelle zone ci siamo accorti che negli anni c’è stato un cambiamento culturale: la forza di Hamas è la conseguenza delle politiche israeliane degli ultimi 20 anni, dell’isolamento e della denigrazione che venne riservata a Arafat quando fu rinchiuso alla Muqata’a, dell’indebolimento di Fatah voluto pensando così di indebolire tutto il popolo palestinese, dell’incarcerazione di Marwan Barghouti, dei continui ampliamenti delle colonie israeliane e della corruzione regnante nell’ANP”. E secondo Lo Sauro “Israele e i suoi governi hanno portato questo conflitto su un piano religioso, rivendicando che la “terra è loro perché gliel’ha data dio”. Portare il conflitto politico e territoriale su questo piano ha la naturale conseguenza che anche nell’altra parte si rafforzano le strutture religiose, mentre tradizionalmente il popolo palestinese è sempre stato laico”. “Questo attacco dimostra ancora una volta che i problemi e i conflitti non si risolvono da soli e che schiacciando un popolo in condizioni umane insostenibili, nell’umiliazione quotidiana e in prigioni a cielo aperto, potrai ottenere solo persone che non hanno paura di morire, perché non hanno niente per cui vivere.”.