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Open Arms, in Toscana 85 adulti e 34 minori. Accoglienza diffusa in crisi, Monni: “Rimettiamo mano alla legge del ‘buon samaritano'” – ASCOLTA

today05/10/2023

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    Monia Monni, assessore alla protezione civile Regione Toscana, 5 ottobre 2023

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CARRARA – Concluse nella notte le operazioni di sbarco e accoglienza dei 176 migranti, di cui 9o minori non accompagnati e 4 bambini sotto i 14 anni con i familiari, scesi dalla nave Open Arms. A bordo persone provenienti soprattutto da Gambia e Siria, ma anche Senegal, mal, Ciad, Sudan, Eritrea, Nigeria e Bangladesh: una donna siriana è riuscita perfino a portare nella traversata il suo gatto. Dopo la prima assistenza, 85 adulti e 34 minori rimarranno in Toscana, gli altri saranno indirizzati in centri di Lombardia, Liguria, Veneto e Emilia Romagna.

Un nuoco arrivo che secondo le istituzioni regionali mette ancora più in difficoltà il sistema di accoglienza già sotto pressione: 11 mila le persone in questo momento in Toscana, di cui ben 9.000 nei Cas, centri di accoglienza straordinaria messi in piedi dalle Prefetture; non mancano neppure centri di grandi dimensioni, come quello di piombino che accoglie già 300 persone, mentre città come Firenze e Siena denuncino le criticità dell’accoglienza dei minori soli (550 solo nel capoluogo regionale). “Il sistema di accoglienza diffusa è già stato smontato dalle politiche del governo che definanziato i bandi per i centri SAI” attacca l’assessora alla protezione civile Monia Monni, che annuncia: “La Toscana sta lavorando al rifinanziamento  della cosiddetta ‘legge del samaritano’ ma è comunque una materia no di sua competenza. Le migrazioni non si fermano, ma i numeri sarebbero gestibili,  dato che nel 2015 li abbiamo già affrontati”. Servirebbe un cambiamento di politiche, aggiunge “che smetta di solleticare la pancia dell’opinione pubblica mettendo in conflitto migranti con le comunità ospitanti”.

Le ricette del governo sono sbagliate e inefficaci, insiste Monni. A dimostrarlo le sentenze della magistratura: dopo Catania, ieri anche il Tribunale di Firenze ha accolto il ricorso di alcuni migrati contro la detenzione nei CPR perché non è ammissibile il rimpatrio in paesi come la Tunisia: “Non si può fare accordi con paesi che non offrono sufficienti garanzie di rispetto dei diritti umani. Inoltre, anche a queste condizioni, di rimpatri ne sono stati fatti pochissimi” sottolinea. Eppure sulla gestione e redistribuzione dei migranti in Europa la Meloni ieri ha incassato lo stralcio al supporto alle Ong : “Il pugno duro non serve, bisognerebbe rivedere il trattato di Dublino. Ma ogni volta che se ne prova a ridiscuterne, la destra è assente e si schiera con i paesi nazionalisti che hanno altri interessi rispetto a quelli con maggior pressione. Vedo demagogia e inefficienza. Gli arrivi e non solo gli sbarchi sono aumentati, triplicati rispetto all’anno precedente. Questa narrazione tossica non so quanto potrà durare. Poi vedremo anche i costi, che sono costi non sostenibili”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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