FIRENZE – Stop agli inceneritori, riduzione dei rifiuti in discarica sotto il 10% entro il 2028 e riciclaggio al 65% entro il 2035, niente gassificatore ad Empoli ma rinvio agli ATO della decisione sulla localizzazione definitiva degli altri impianti per lo smaltimento; allo stesso modo si deciderà in un secondo momento la ripartizione delle quote di riciclo e conferimento in discarica tra i diversi territori: da sciogliere il nodo dei rifiuti prodotto dall’ATO Centro dopo l’addio all’impianto di gassificazione di Terrafino che doveva trattare quasi 190 mila tonnellate l’anno. Questi gli obiettivi del Piano Regione dei Rifiuti adottato ieri a maggioranza (22 sì, 13 no) dal Consiglio Regionale della Toscana: 22 i voti favorevoli (Pd e IV ma con alcuni distinguo), 13 i contrari (le opposizioni). Un piano che secondo la maggioranza finalmente aggancia la Toscana agli obiettivi europei dell’ “economia circolare”: la componente schleiniana del Pd, lungo l’asse Fossi-Monni la porta a casa nonostante le perplessità della componente riformista. Tra i più critici il consiglieri dem Pieroni che parla di “squilibrio tra i territori” e Mercanti, che ha ribadito come fosse stato preferibile un ulteriore confronto interno prima del voto.
“Il piano fissa il quadro generale, non interviene sulle localizzazioni, saranno i territori a decidere i luoghi e le quantità” precisa il capogruppo dem Vincenzo Ceccarelli, stamani a Novaradio, pur ammettendo che il problema di come smaltire i rifiuti dell’area fiorentina dovrà essere affrontato e risolto con un accordo tra i diversi ATO. “Prima dell’approvazione vera e propria ci sono altri 60 giorni per le osservazioni e le correzioni” precisa, e di fronte ai maldipancia interni al partito dice: “Il confronto in direzione del partito ancor non è stato fissato è stato fissato ma ci sarà’.
Per l’opposizione invece troppi i nodi che rimangono irrisolti: quali saranno i nuovi impianti e quanti rifiuti tratteranno, se e come saranno dismessi gli attuali termovalorizzatori (su tutti Livorno e Montale), quali discariche chiudono o si riducono, e come questo si concilia l’ampliamento di Peccioli, come si procede nelle fase transitoria. “E’ un piano vuoto, che decide di non decidere” attacca Irene Galetti, capogruppo M55 in Consiglio Regionale, che ribadisce la contrarietà del MoVimento al modello scelto da Monni, con il “bando ai privati” per la realizzazione della nuova impiantistica, e sottolinea le conseguenze negative che rischiano i cittadini: “Le tariffe aumenteranno, e lo faranno ancor di più se passa il progetto di multiutility quotata in borsa cui la Regione lavora. Temiamo – aggiunge – che le scelte di questo piano saranno smentite entro un anno dalla stessa giunta”.