FIRENZE – Al via il 28 settembre la quinta edizione di ‘Many Possible Cities’: la rassegna organizzata da Lama che fino al 30 settembre porterà alla Manifattura Tabacchi 64 speaker nazionali e internazionali fra amministratori e dirigenti pubblici, operatori culturali, fondi e sviluppatori immobiliari, attivisti climatici, accademici, rappresentanti di cooperative e del terzo settore, che si confronteranno su rigenerazione urbana e territoriale, cultura e innovazione sociale, attivismo climatico in sette talk e quattro workshop.
Tre giorni, tre focus: giovedì 28 settembre il tema della rigenerazione urbana sarà sviluppato con talk e workshop, a cominciare dall’evento inaugurale del festival alle 9:30, “Rigenerazioni urbane: gli usi temporanei per una transizione partecipata e inclusiva”, una tavola rotonda con ospiti internazionali dove saranno presentate buone pratiche, a livello europeo, nazionale e regionale, di policies e casi per una rigenerazione urbana giusta ed inclusiva. La giornata del 29 settembre è dedicata alla rigenerazione territoriale con due talk e un workshop per raccontare che senza una visione più ampia, che veda oltre le città, non ci può essere uno sviluppo sostenibile per le persone e le comunità. Si parlerà della rivincita dell’Appennino, delle aree interne e di servizi ecosistemici che la montagna prossima alla città può offrire.
Sabato 30 settembre un dialogo che mette a confronto le istituzioni e gli attivisti climatici protagonisti degli atti più eclatanti avvenuti a Firenze nell’ultimo anno, per tentare di capire e spiegare ai cittadini cosa sta dietro ai movimenti di attivismo climatico a livello globale. “Raschiare la vernice. L’attivismo climatico oltre le apparenze”, è il talk in programma alle 16:30, con Andrea Giorgio, Assessore all’Ambiente del Comune di Firenze; Ferdinando Cotugno, giornalista di Domani; Michele D’Alena, co-fondatore di Ti Candido; Lorenzo Ci, transistor – Rinascimento Green; Alice Franchi, di Fridays For Future e in collegamento online Giordano Stefano Cavini Casalini, attivista di Ultima Generazione, protagonista dell’eclatante e tanto dibattuto gesto a Palazzo Vecchio.