TOSCANA – A tre giorni dal forte terremoto che ha colpito il Marocco, il bilancio ufficiale delle vittime cresce a 3.000 ma appare ancora provvisorio: molti villaggi montani, già di per sé mal collegati, sono irraggiungibili per le frane ed è difficile avere un quadro oggettivo della situazione. “Da quello che si può osservare dove siamo operativi tramite i nostri uffici e le associazioni con cui collaboriamo – spiega a Novaradio Isabella Panfili, fino a pochi giorni fa responsabile paese della ong toscana Cospe – è che il governo marocchino e la sua protezione civile fanno il possibile, e si è attivata anche la popolazione locale a livello informale, ma la situazione è drammatica, con interi paesi distrutti, e la popolazione civile che ha bisogno di tutto”. In più con l’incognita del clima: “Già ora sull’Atlante la notte la temperatura scende a 15 gradi, e a breve inizierà il periodo delle inizieranno le piogge autunnali”.
I soccorsi in questo momento si scontrano, oltre che con oggettive difficoltà, anche con la decisione del Marocco di accettare aiuti solo da 4 paesi. L’ong toscana al momento è attiva in alcuni villaggi della provincia di El Hazou, ha lanciato una campagna di raccolta fondi in collaborazione con un suo partner locale, l’ “Associazione marocchina dei docenti di scienza e delle vita”. Le donazioni possono essere fatte sul sito emergenzamarocco.cospe.org. “Gli aiuti andranno direttamente sul territorio, a fornire aiuto concreto alla popolazione: acqua, cibo e medicine” spiega Panfili.