FIRENZE – Un mese di festival con 56 rappresentazioni, di danza, musica e arti performative, 35 compagnie e oltre 100 artisti: è quanto propone la 30/a edizione del Festival Fabbrica Europa, in programma dall’8 settembre al 12 ottobre in vari luoghi di Firenze. Aprirà il festival, presentato oggi al Parc, il regista Romeo Castellucci con la sua ultima creazione, ‘Domani’, su musiche del compositore e sound artist Scott Gibbons. Il 14 settembre al teatro del Maggio musicale fiorentino è in programma lo spettacolo di Elle Sofe Sara, coreografa, regista e filmmaker norvegese di origine Sami che propone creazioni legate alla realtà sociale, politica e culturale di questo popolo indigeno.
Tra gli altri protagonisti del festival Jérôme Bel, autore di coreografie di danza, la cantante francese Anne Paceo e l’artista tunisino Dhafer Youssef, all’avanguardia di una corrente di musica contemporanea che fonde influenze orientali e occidentali. ‘Adieu et au revoir: il Novecento sottobraccio a Isadoraì’ è il talk di Marinella Guatterini che esplora l’effervescenza artistica di Firenze nel ventesimo secolo. La rassegna propone anche ‘Mappe dal nuovo mondo’, una piattaforma dedicata alla nuova scena performativa e multidisciplinare contemporanea: negli spazi di Manifattura Tabacchi, teatro Florida e Parc verranno mostrati processi, esiti creativi e proposte di giovani artisti internazionali che si misurano con i linguaggi del corpo, la musica, il suono e le nuove tecnologie. In programma anche la performance del violinista francese Théo Ceccaldi con la voce della cantante etiope Hewan Geberewold, lo spettacolo ‘Woe/Wastage of Events’ di Giacomo Lilliù/Collettivo nar, un performer di realtà virtuale e ‘Il Bisonte’, la videoinstallazione del 1998 dell’artista iraniano Bizhan Bassiri, accompagnata dall’ambiente sonoro di Stefano Taglietti. Fabbrica Europa sostiene anche tre coproduzioni con giovani coreografi. Ospite in residenza creativa al Parc Philippe Kratz con ‘The Red Shoes’, dove prende ispirazione dall’omonima fiaba di Hans Christian Andersen per indagare la relazione tra soggetto e oggetto dandone una rilettura attuale.