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VICCHIO (FI) – La “questione tende” per l’accoglienza dei migranti a Vicchio fa discutere, mette in contrapposizione i Sindaci del Mugello e anima il dibattito sui modelli di accoglienza e il ruolo della politica sul territorio. Intanto ancora i 16 migranti attesi non sono arrivati nell’area del campeggio comunale di Via Costoli, a Vicchio, dove da domenica sera due tende sono state montate su richiesta della Prefettura da parte delle misericordie e delle associazioni locali su indicazione del Comune di Vicchio. Tra i primi ad esprimere la propria perplessità su questa scelta dell’accoglienza in tenda è stata l’associazione “Oltre – Ponti fra i mondi” da molti anni attiva sul territorio mugellano in progetti di accoglienza e assistenza dei richiedenti asilo: “Pensiamo che sia poco dignitoso nei confronti di queste persone, che arrivano da viaggi dell’orrore, pensare che l’unica soluzione sia quella di accoglierli in delle tende, anche alla luce delle previsioni meteo di questi giorni” spiega ai nostri microfoni Paola Chelazzi. In realtà dagli altri Sindaci del Mugello erano arrivate proposte alternative, come confermato dalle dichiarazioni sulla stampa locale di ieri, ma la Prefettura una volta avuta la disponibilità del campeggio di Vicchio ha evidentemente ritenuto più semplice praticare quella strada. Scelta che però non piace a molti, in primis agli amministratori degli altri paesi mugellani che auspicano una soluzione più dignitosa per queste 16 persone, in strutture diverse dalle tende previste a Vicchio, ma anche alle forze di opposizione come la lista Officina Vicchio19 che in un comunicato diffuso ieri ha definito questa scelta “un pericoloso precedente, tra l’altro sempre respinto anche da più parti del Partito Democratico, ritenendo la soluzione tendopoli inadatta all’accoglienza”.
Il Sindaco di Vicchio Filippo Carlà Campa dal canto suo ha rivendicato la propria scelta spiegando al Corriere Fiorentino: «Sono contrario alle politiche di gestione governative, ma non posso combatterle a suon di no alla Prefettura, altrimenti non si trovano soluzioni; oltre alla protesta, serve anche la proposta».
Quello che è evidente da questa vicenda è una mancanza di comunicazione a livello di Unione dei Comuni ed è proprio questo l’auspicio per il futuro anche dell’Associazione Oltre: “Speriamo che questa vicenda serva a far capire la necessità – dice Paola Chelazzi – di mettersi tutti intorno ad un tavolo per trovare soluzioni che superino la logica dell’emergenza e ci facciano trovare pronti in futuro, come territorio, con soluzioni più adeguate”.