CARRARA – Fermo amministrativo di 20 giorni e una sanzione accessoria da 3.500 euro. Il provvedimento, notificato ieri in serata alla nave “Open Arms” mentre si trovava nel porto di Marina di Carrara dove in giornata ha sbarcato 196 migranti salvati nelle acque del Mediterraneo Centrale, è scattato perché avrebbe violato il “decreto Piantedosi” effettuando un salvataggio multiplo, dopo aver ricevuto l’ordine di recarsi al “porto sicuro” toscano.
“Abbiamo fatto quello che più volte è già successo in questi ultimi giorni, intervenendo in soccorso di imbarcazioni in difficoltà che la Guardia Costiera non è in grado di aiutare” spiega a Novaradio la presidente di Open Arms Italia, Veronica Alfonsi. “Dopo aver prestato soccorso a 26 persone, e mentre si dirigevamo al porto assegnato di Carrara, abbiamo un avviso di Alarm Phone riguardo a due imbarcazioni in pericolo. In mancanza di risposte da parte del Centro di Coordinamento Marittimo, allertato anch’esso come la Open Arms, ci siamo recati a prestare assistenza, come previsto dalle Convenzioni internazionali e dal Diritto Marittimo Internazionale”.
“Le autorità italiane ci hanno invitato ad abbandonare la ricerca perché il caso era già stato preso in carico” ammette l’ONG in un comunicato che però aggiunge: “Alla richiesta di fornire alla nostra richiesta di maggiori informazioni, come ad esempio l’orario di arrivo dei soccorsi, non sono stati in grado di fornire alcuna risposta, per cui si è deciso di procedere al salvataggio delle 132 persone in pericolo. “L’operazione è durata circa 2 ore, durante le quali non si è presentata nessun assetto governativo”, cioè nessuna nave delle autorità italiane competenti, precisa ancora Alfonsi.
L‘ONG non esita a definire la direttiva Piantedosi illegittima: “Un decreto che impedisce di soccorrere vite non può essere considerato legittimo: soccorrere donne, bambini, uomini alla deriva non è una scelta, è un dovere morale e giuridico”. Anche per questo, aggiunge Alfonsi, si sta valutando con i propri legali un ricorso contro il provvedimento. Intanto però la nave rimane ferma al porto di Carrara, rendendole impossibile ulteriori soccorsi in mare: “Solo nell’ultimo mese abbiamo tratto in salvo 734 persone e aiutato altre 540”.