Aurora Castellani, presidente Fondazione Museo Deportazione
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Dario Venegoni, presidente nazionale Aned su giacca
FIRENZE – Riapre il 25 luglio, anniversario della caduta del regime fascista, il Memoriale degli italiani ad Auschwitz. L’annuncio del ritorno alla pubblica fruizione è stato dato questa mattina durante una conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati, in occasione della firma del protocollo per la gestione dell’opera, da alcuni anni allestita nell’Ex3 di Firenze dopo il trasferimento dal Block 21 di Auschwitz e l’intervento di restauro a cura dell’Opificio delle Pietre dure e della cooperativa Archeologia.
L’intesa è stata sottoscritta tra Regione Toscana, Comune di Firenze, Comune di Prato, Fondazione “Museo e centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana” e l’Aned (associazione nazionale ex deportati), proprietaria del Memoriale. Il protocollo rappresenta un passaggio fondamentale per la valorizzazione dell’opera e viene fissata in modo chiaro la gestione, che verrà affidata alla Fondazione Museo della Deportazione. La Fondazione avrà il compito di coordinare l’attività scientifica, progettare e realizzare le attività didattiche e culturali e le visite guidate. Continuerà a formare, assieme all’Aned, mediatori e assistenti incaricati dal Comune di Firenze, che si occuperanno di accogliere i risitatori.
Da alcuni giorni si sono conclusi i lavori di allestimento museale a piano terra e rifunzionalizzazione degli spazi del centro di arte contemporanea nel quartiere di Gavinana che richiesero la chiusura nel marzo 2022, che cambierà nome: da Ex3 a Memoriale delle Deportazioni. L’accordo firmato stamani inaugura una nuova fase nella gestione e promozione dell’opera, candidandola a diventare il più importante polo nazionale sulla memoria della deportazione realizzata dalla pianificazione concentrazionaria nazifascista. Il Comune di Firenze garantirà la funzionalità della struttura e l’apertura al pubblico.
“Mettiamo a sistema un’esperienza ventennale, quella del Museo della deportazione di Prato, che cambia pelle facendo entrare nuovi soci: Regione Toscana e Comune di Firenze oltre che Aned e Comune di Prato, che permetteranno la gestione degli spazi pratesi e fiorentini. Poi l’ambizione è di diventare gli attuatori di tutte le politiche della memoria della regione Toscana, integrando realtà come Sant’Anna di Stazzema. Questo è il primo passo perché la rete possa diventare anche più formale”, spiega a Novaradio la presidente della Fondazione Aurora Castellani.
Riguardo al nuovo museo “torna visibile sì il memoriale, ma si aprono anche dei nuovi spazi dedicati alla storia delle deportazioni nei campi nazisti. Non a caso si chiamerà “Memoriale delle deportazioni”: obiettivo fare memoria delle diverse deportazioni, quella degli ebrei, quella politica, e le altre”, spiega Dario Venegoni, presidente nazionale Aned. Al museo l’Aned cederà in mostra la giacca originale indossata a Mauthausen dal dottor Calore, medico padovano “che nell’infermeria del campo di concentramento nazista con i pochi mezzi a disposizione salvò insieme ad altri un’infinità di vite”, aggiunge Venegoni.
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