FIRENZE – Aprono agli Uffizi 12 sale con 250 autoritratti e ritratti dal ‘400 a ora che fanno vedere come erano gli artisti: si va dal più antico ritratto, quello dei pittori Gaddo, Agnolo e Taddeo Gaddi fino alla scultura di Antony Gormley, all’autoritratto di Pistoletto, a quello in mattoncini di Ai Weiwei, passando per Andrea del Sarto, Luca Giordano, Rubens, Rembrandt, ma anche qualche pittrice come Sofonisba Anguissola e Eleisabeth Chaplin, fino ai moderni e ai contemporanei.
In tutto, 600 anni di storia dell’arte attraverso gli autoritratti degli autori pittoric: una collezione unica, iniziata nel ‘600 dal cardinale Leopoldo dei Medici,e mai interrotta, per arrivare alle ultime donazioni di artisti e acquisizioni – le più recenti concretizzatesi proprio nei giorni scorsi. Il museo ora ne possiede circa 2000. Assente la fotografia: il ritratto è stato il solo modo di trasmettere l’immagine. Da notare che però c’è un’intera sezione dedicata ai fumetti e alla grafica del ‘900, con gli autoritrattti di personalità come Alta, Mattotto, Milo Manara, fino agli autori della generazione più recente come Tuono Pettinato.
Il percorso, organizzato secondo criterio cronologico, offre una selezione di oltre 250 opere, tra dipinti, sculture, installazioni e grafica. Gli autoritratti degli artisti celebri vengono esposti per la prima volta da un secolo a questa parte all’interno del normale percorso di visita degli Uffizi. Dal 1973 al 2016 una parte di essi era stata installata nel Corridoio Vasariano, però visibili solo nell’ambito delle ristrette e saltuarie visite consentite in questo spazio. Molte altre erano giacenti nei depositi. Da qui altre opere via via saranno prelevate e messe in mostra secondo il principio della rotazione espositiva.
Il direttore Eike Schmidt ha spiegato che “l’allestimento è stato possibile grazie alla donazione di un milione e mezzo di euro da parte della famiglia Pritzker” e ora “nelle sale dove dal Cinquecento lavoravano artisti e artigiani, ora rivivono i tanti protagonisti di quella stessa arte che si può ammirare agli Uffizi e a Palazzo Pitti”. il direttore ha anche spiegato che la riorganizzazione della Galleria degli autoritratti è stata l’occasione per una disamina critica del materiale presente: “Delle 500 opere in mostra – ha detto – abbiamo scoperto che circa un centinaio erano copie o non erano affatto autoritratti, ma opere cui qualche pittore ha aggiunto qualche pennellata per rendere più attraenti agli occhi del cardinal Leopoldo, che in qualche volta è stato ingannato”.
Guarda la fotogallery