TOSCANA – Mentre l’inceneritore di Livorno rimane fermo dopo il risultato delle analisi sulla pericolosità delle ceneri pesanti – i rifiuti intanto vengono inviati all’impianto di Poggiogatto in Versilia – in provincia di Pisa, a Peccioli, nei giorni scorsi è stato presentato il progetto del cosiddetto “ossidocombustore”, impianto che nelle intenzioni di Regione Toscana, società di gestione (RetiAmbiente) e Comune di Peccioli è destinato nei prossimi anni a sostituire proprio il termovalorizzatore livornese.
“Una tecnologia che viene presentata come innovativa, ma che inrealtà è vecchia di oltre vent’anni e di circolare non ha nulla” è il commento di Stefano Seghetti, coordinatore di Zero Waste Livorno: “Dal punto di vista tecnologico non c’è nulla di nuovo rispetto all’impianto sperimentato oltre 20 anni fa a Granarolo e quello da anni attivo a Gioia del Colle in Puglia. Un impianto il cui funzionamento è basato sulla combustione e che produce polveri sottili, CO2 destinata ad essere immagazzinata e rivenduta, e quindi reimmessa in atmosfera, e palline di metallo vetrificate” il cui processo di smaltimento non è chiaro.
Per ristabilire la verità su quelle che il movimento definisce una serie di “bugie”, è stato organizzato per domani (ore 15,30) un convegno-incontro dal titolo “Economia Circolare e falsità circolanti” al parco scientifico di Segromigno di Capannori (LU) alla presenza del presidente di Zero Waste Europe, Rossano Ercolini.