TOSCANA – “Non credo che la strategia degli hot spot per minori non accompagnati, come quello realizzato in Toscana a Piombino, sia la migliore per garantire l’assistenza e i diritti di queste persone particolarmente vulnerabili hanno bisogno. Le istituzioni locali aprano una discussione con le autorità competenti, Prefetture e Tribunale dei minori di Firenze su questo tema”.
Usa toni pacati per esprimere però un giudizio severo e allarmato sulla situazione dell’accoglienza in Toscana dei MNA – Minori non accompagnati Sofia Ciuffoletti, ricercatrice universitaria all’Università di Firenze, direttrice dell’associazione L’altrodiritto ed esperta di diritto minorile. L’ultimo caso è lo sbarco di oltre 40 minori soli con l’arrivo della nave Open Arms al porto di Livorno: solo con gli sbarchi degli ultimi mesi i minori non accompagnati assegnati alla Toscana sono stati oltre 100 – un incremento verticale dovuto alla pratica di indirizzare verso “porti sicuri” toscani i migranti tratti in salvo nel Mediterraneo centrale – cui si aggiungono le diverse decine arrivati dall’Ucraina dall’inizio della guerra.
Una situazione che per molti esponenti politici locali è diventata insostenibile: a lanciare l’allarme nelle scorse settimane l’assessore fiorentino al sociale e Sara Funaro parlando dei 430 minori presenti in città, e il responsabile immigrazione per l’Anci nazionale, Matteo Biffoni, che ha chiesto più fondi (mai pervenuti) per i centri di seconda accoglienza SAI. “Integrare e includere questi minori conviene in primis a noi che viviamo in Toscana da prima” insiste Ciuffoletti che però avverte: i numeri degli arrivi sono incompatibili con il mantenimento del modello “toscano” di accoglienza diffusa in piccoli centri, con attività rivolte all’inserimento scolastico, alla formazione: Un sovraccarico del sistema toscano voluto da chi? “E’ frutto di scelte politiche sull’immigrazione a livello centrale – dice – ma un livello di discussione anche a livello regionale deve essere aperto”