FIRENZE – “Usati e archiviati”, “Archivio della città: 25 anni di ordinaria precarietà”, “Sciopero bibliotecari e archivisti in appalto: per chiedere rispetto, diritti, cultura, oltre le esternalizzaizioni”. Questi alcuni degli striscioni esposto al presidio di protesta stamani sotto i portoni di Palazzo Vecchio organizzato da un nutrito gruppo di lavoratori precari delle Biblioteche e dell’Archivio storico del Comune.
La protesta è stata indetta dai “Biblioprecari“, come si autodefiniscono, contro le modalità del processo dei reinternalizzazione delineato dal Comune di Firenze: un iter che non prevede il riconoscimento delle professionalità acquisite dai lavoratori precari che da anni – in cerci casi oltre 20 – svolgono questo compito. “Siamo di nuovo in piazza stamani – spiega stamani a Novaradio Gabriella Falcone, una dei “biblioprecari” – per scongiurare il pericolo che il processo di reinternalizzazione di questi servizi determini la perdita di posti di lavoro e il decadimento della quantità e qualità dei servizi bibliotecari e archivistici”.
Una lettera è stata indirizzata al sindaco di Firenze Dario Nardella per chiedere un incontro e discutere la situazione lavorativa che , spiegano i lavoatori, “ediamo oggi più che mai, sempre più incerta”. “Nonostante le nostre richieste, da gennaio ad oggi – aggiunge Falcone – non è arrivata alcune risposta da parte del Comune, dal sindaco o dagli assessori competenti, Bettini e Giuliani”. Secondo i bibliotecari “il rischio concreto è che da marzo 2024, scaduto l’appalto in essere, si perdano circa 50 posti di lavoro, mandando in fumo la professionalità e l’esperienza di persone che, nonostante le difficoltà, mandano avanti i servizi, alcuni dei quali da più di vent’anni”.