FIRENZE – “A Firenze abbiamo un tema immenso: non si riesce più a lavorare a abitare contemporaneamente. Vogliamo una città del lavoro, non della rendita. E su questo incalzeremo Comune e Città Metropolitana ad attivare provvedimenti concreti”. Non ha dubbi su quale sia la priorità delle priorità il neo-segretario della Camera del Lavoro Metropolitana di Firenze, Bernardo Marasco, eletto ieri dall’assemblea generale del sindacato fiorentino (76 voti favorevoli, 4 astenuti) dopo gli 8 anni di mandato di Paola Galgani e stamani ospite dei microfoni di Novaradio.
Marasco, 49 anni, vanta un’esperienza ultraventennale in Cgil: attivo nei primi anni 2000 all’interno della federazione della Nidil, è poi passato alla Filtem (tessili) e quindi nella Filctem (chimici), seguendo alcune delle più importanti vertenze degli ultimi anni – dalla Richard Ginori alla Seves. Come membro della segreteria della Cgil fiorentina, è però nben avvertito delle dinamiche genreali, e convinto che in questa fase la madre di tutte le battaglie sia la lotta alla rendita: “Circa la metà di un salario medio viene speso per gli affitti, e quini di fatto la classe lavoratrice se ne sta andando da Firenze. Una dinamica dovuta ai valori della rendita: l’overtourism sposta gli investimenti sulla rendita e non sull’innovazione, produce l’aumento dei costi dell’abitare e un lavoro povero. Dobbiamo spezzare questo meccanismo”.
Per questo il sindacato sarà pronto ad incalzare le istituzioni, a partire dal Comune e dalla Città Metropolitana, che pure ha annunciato nelle ultime settimane alcune misure volte a limitare gli affitti turistici, stoppare la proliferazione di studentati privati e incentivare la realizzazione di alloggi di “housing sociale”. “Finora ci sono stati solo annunci – dice – adesso vediamo di fare sul serio: dividere la residenza dagli affitti brevi, aumento degli studentati pubblici, allogi Erp e housing sociale. E intervenire non solo sul mercato turistico, ma anche il mercato del lavoro turistico: non è possibile che subappaltando e accettando zone grigie si produca lavoro povero”. Senza dimenticare che il turismo è solo uno dei settori, nemmeno il più importante, dell’economia metropolitana: “La vocazione di Firenze è ancora manifatturiera. Concentrarci su una monocoltura turistica è l’errore più grosso che possiamo fare”.
Ci sono poi le vertenze e le crisi che riguardano le aziende e le fabbriche, a partire dalla vertenza simbolo dell’ex GKN: “Se i lavoratori son ancor in forze all’azienda dipende dall’articolo 28 vinto dalla Fiom a inizio vertenza, ad ogni tavolo siamo insieme ai lavoratori per combattere per la reindustrializzazione e il reimpiego dei lavoratori”.
Tra le prossime mobilitazioni in agenda, Marasco ha ricordato la manifestazione nazionale del 24 giugno per la sanità, che sarà preceduta da una serie di iniziative a livello locale: “Noi facciamo una battaglia sul territorio per una sanità più territorializzata e meno ospedalizzata, ma c’è un tema di fondo: il governo sta manomettendo il funzionamento della sanità pubblica attraverso un sostanziale e progressivo disinvestimento. La sanità è uno dei cardini su cui si costruisce la coesione sociale. Durante la pandemia la sanità era l’orgoglio nazionale, adesso sembra si voglia tornare a quei modelli di sanità privata che si sono dimostrati fallimentari. Speriamo che i cittadini non abbiano dimenticato e che siamo pronti a scendere con noi in piazza”