FIRENZE – “Il ruolo del commissario non è quello di parlare in modo generale, è quello di parlar poco e fare molto. Ovvero di entrare nei conti, certificare quello che è stato sbagliato, quello su cui si possono trovare delle responsabilità e fare una bella relazione da mandare a tutti i soci. E noi come Regione siamo soci e ci mettiamo 2,9 milioni in bilancio e in parte già consegnati”. Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, commenta così in modo quasi piccato oggi le dichiarazioni di ieri del commissario straordinario per la Fondazione Maggio musicale fiorentino, Onofrio Cutaia, sulla necessità di trovare 8,5 milioni entro luglio per scongiurare il blocco delle attività dell’ente.
Dichiarazioni, quelle, che tradiscono l’irritazione per chi si sente tirato in ballo per le responsabilità “in vigilando” sull’operato dell’ex sovrintendente Alexander Pereira, costretto alle dimissioni da due inchieste a suo carico – una sugli acquisti fatti con la carta di credito aziendale, l’altra per aver utilizzato le risorse salva-debito per spese correnti.
Secondo le opposizioni in Palazzo Vecchio invece le parole del commissario mettono in luce le responsabilità innanzitutto politiche dei principali soci della Fondazione – Comune e Regione: “Tranne Chiarot, tutti i passati sovrintendenti sono stati dei piccoli Pereira” dice a Novaradio Antonella Bundu, consigliera SPC: “Non solo: che i conti sarebbero stati sbilanciati lo denunciamo dal 2019: produzioni troppo costose e entrate da bigliettazione insufficienti e sponsor che se ne sono andati assieme a Pereira. Ora lo sforzo deve essere quello di trovare gli 8 milioni e mezzo che servono, senza far pagare il costo ai lavoratori”.