FIRENZE – Il SUNIA e la Cgil si schierano a fianco della mobilitazione degli studenti, lanciata dall’Unione degli Universitari – UDU Firenze che, con lo slogan ‘Senza casa, senza futuro’ e con le tende al Polo di Novoli, chiede risposte sulla crisi abitativa, e denunciamo la grave condizione del mercato delle locazioni studentesche. “Da tempo in città abbiamo acceso i riflettori e lanciato un allarme sulla questione degli affitti per studenti e i cittadini – spiega a Novaradio Laura Grandi, segretaria Sunia Firenze e Toscana – e proprio con Udu abbiamo aperti due tavoli di confronto, uno col Comune e uno con Università e Dsu: chiediamo che siano riconvocate riunioni di questi tavoli quanto prima. La soluzione è una sola: fare investimenti su case dello studenti e studentati pubblici, non studentati privati come ne sono sorti e continuano a sorgere a Firenze, che sono però affittano anche a turisti e quindi sono strutture ricettive mascherate”.
A Firenze il tema è particolarmente sentito perché i lavori di ristrutturazione di due grandi Case dello Studente dell’università (Caponnetto e Calamadrei) sono in ristrutturazione e ci sono 700 studenti idonei rimasti senza alloggio. La ministra Bernini propone ad usare i fondi Pnrr, ma l’Università di Firenze non ha progetti presentati: “Non potevamo farlo è di competenza della Regione” è stato spiegato. La CRUI (conferenza dei rettori) invita i Comuni a destinare a quest’uso immobili pubblici dimessi,e il sindaco Nardella dice: “pronti a dialogare, Firenze ha previsto che le operazioni immobiliari preveda un 20% posti come studentato pubblico”. Giustificazioni che non convincono il SUNIA: “Quando si parla di casa tutto sembra immutabile. Perché il DSU non ha segnalato alla Regione la necessità di nuove case dello Stdente?” dice Grandi. “Quanto al Comune, il 20% di cui parla Nardella riguarda solo le future operazioni urbanistiche: le grandi partite come la Manifattura Tabacchi o l’area retrostante alla Leopolda, con l’eccezione dei Lupi di Toscana, non prevedono alcunché per gli studenti fuori sede. Troppo poco”