FIRENZE – A pochi giorni dalla manifestazione di sabato scorso, si torna a parlare a Firenze del caso Cospito e delle sue possibili evoluzioni, compresa la possibilità di uno sconto di pena. Potrebbe infatti arrivare una riduzione della condanna per l’anarchico condannato all’ergastolo, in terzo grado, per l’attentato alla Scuola allievi carabinieri di Fossano e detenuto al 41bis, che da oltre 180 giorni sta combattendo una battaglia politica con lo strumento dello sciopero della fame.
La novità arriva dalla Corte costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale non riconoscere le attenuanti a Cospito, ritenendo illegittimo il quarto comma dell’articolo 69 del codice penale, con cui era stata rideterminata la pena, in Appello fissata a 20 anni di carcere. Per la Corte i giudici dovevano “operare l’ordinario bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti” e valutare se applicare la pena dell’ergastolo o una diversa pena detentiva. Ora la Corte d’assise d’appello di Torino dovrà decidere dunque la pena da infliggere a Cospito per l’attentato alla Scuola allievi carabinieri di Fossano, che non fece vittime: attentato per cui Cospito sta già scontando 20 anni di reclusione e convertita in ergastolo perché definita strage politica dalla Cassazione. E che ora dovrà essere rideterminata dai giudici. Dato che a strage non fece né morti né feriti, la Corte potrebbe riconoscere l’attenuante dei fatti di lieve entità, che ridurrebbe la pena di un terzo.
Intanto Cospito continua la sua battaglia contro il 41bis. Dopo quasi 180 giorni si sciopero della fame, ha iniziato qualche giorno fa assumere di nuovo zuccheri e integratori. Una battaglia, la sua, tutta politica in difesa dell’ideale anarchico ma sostenuta da molti sulla base della critica al regime carcerario del 41bis, considerato inumano. Di questo si parlerà oggi dalle 16 un incontro al Polo di scienze sociali di Novoli organizzato dal Collettivo d’ateneo, con Maria Rita Prette, curatrice della casa editrice “Sensibili alle foglie” nonché promotrice della collana Progetto Memoria, che presenterà “41 bis. Il carcere di cui non si parla” .
Con lei la scrittrice e operatrice dei servizi sociali Sara Manzoli, che presenta “Morti in una città silente” sulle morti dei detenuti del carcere di Modena dopo le rivolte durante il periodo del primo lockdown dovuto al covid.